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I medici cattolici in festa per il Santo Patrono

Celebrata lo scorso 31 gennaio la memoria liturgica dedicata a san Ciro

(pubblicato il 08-02-2011)
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San Ciro, come i santi medici Cosimo e Damiano, prestava la propria arte per ottemperare alla fraternità cristiana, spiega all’inizio della sua omelia l’Arcivescovo, mons. Francesco Pio Tamburrino. Nell’intera biografia di san Ciro è possibile ravvisare, per il Presule, un bellissimo esempio di carità cristiana. Nel Santo, quindi, tutti i medici cattolici possono trovare un  indispensabile punto di riferimento e una guida sicura nell’operato quotidiano.



Il Vescovo ha ricordato che, come la Chiesa aiuta e cura gli uomini nell’infermità spirituale, allo stesso modo, i medici curano e aiutano i corpi nel momento del bisogno. Inoltre, mons. Tamburrino, ha spiegato ed approfondito, con parole chiare e toccanti, il tema delle beatitudini, che risultano appropriate per descrivere la vita di ogni santo e di ogni martire. Infatti, le caratteristiche delle beatitudini sono state assunte da tutti i santi e, quindi, anche da san Ciro, il medico che nella giornata di domenica è stato celebrato. Il Vescovo ha definito le beatitudini “il codice fondamentale” della vita del cristiano, perché in esse risiede quella forma di ispirazione, indispensabile per un’esistenza improntata ai valori cristiani. Inoltre, ha spiegato il Presule, le beatitudini sovvertono le nostre certezze su quello che consideriamo benessere. Infatti, si legge nel Vengelo << Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli>> (Mt 5,3-12). Quindi, potremmo dire che le soddisfazioni terrene, non solo non garantiscono il raggiungimento del Regno dei Cieli, ma non saziano l’anima, non fortificano lo Spirito, non rendono veramente felici. Il Cristo ha dimostrato di prendere su di sé tutta la nostra povertà, ha sottolineato il nostro Arcivescovo e, in questa mervigliosa immagine dell’amore di Gesù, è racchiusa la più alta forma di ispirazione per il crisitiano di oggi. Il Presule, in un altro meraviglioso passaggio della sua omelia, ha spiegato che Gesù ci ha svelato un Dio “straordinario ed armonioso” che “si china sui peccatori” e sulle loro malattie sia fisiche che spirituali. Dio interviene e colma il cuore di chi è affranto, perché Egli solo è il nostro sostegno; la felicità, quindi, risiede in Lui.



San Ciro ha affrontato per Cristo tutte le difficoltà più atroci e, attraverso il martirio, è entrato nella Grazia Eterna. In queste riflessioni del nostro caro Vescovo, i presenti hanno percepito tutto il calore e l’amore paterno di una sicura guida spirituale per tutta la nostra Diocesi. Inoltre, il Presule ha ricordato la presenza, tra i banchi dell’assemblea, dei membri della sezione di Foggia dei Medici Cattolici Italiani, che attraverso le parole del dott. Cela hanno portato il prorio saluto e un sentito grazie all’Arcivescovo. Il medico foggiano ha ribadito quanto sia importante mantenere nella professione una condotta ispirata ai valori cristiani per tutelare la vita e la sua irridicibile sacralità. Infine, don Rocco Scotellaro, ha, con sincera commozione, ringraziato l’Arcivescovo per la sua presenza e perché “con il suo Pastorale ci guida verso luce, che è Cristo”. Il parroco, infine, ha lodato il lavoro dei medici cattolici foggiani per il loro pregevole lavoro nel territorio.