OMELIE

Maria, Madre del “Novum”

Omelia di Mons. Ferretti del 01-01-2016

Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio

Cattedrale, 1 gennaio 2016

Carissimi,

       la liturgia che apre il nuovo anno solare contempla diversi fatti e realtà messianiche, ma l’attenzione si concentra particolarmente su Maria, Madre di Dio. Otto giorni dopo la nascita di Gesù, ricordiamo Colei che ha dato alla luce il Signore che governa il cielo e la terra. Il riferimento che le letture odierne dedicano a Gesù, non riduce il ruolo della madre, anzi la colloca nella giusta prospettiva. Maria, infatti, è vera madre di Dio proprio in virtù della sua totale relazione a Cristo. Glorificando il Figlio si onora la madre e onorando la madre si glorifica il Figlio.

       Il libro dei Numeri ci offre una bellissima formula di benedizione. Si tratta non di un semplice augurio o saluto, ma della benevolenza che Dio rivolge al suo popolo con la luminosità del volto. La vicinanza nuova e inaudita del Signore è salvifica; Egli dona il suo Figlio e costituisce un nuovo popolo, che può chiamarlo Padre.

       In questo contesto riflettere sulla maternità di Maria significa richiamare la concretezza dell’amore rivelato nell’incarnazione. «Tu sei benedetta tra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno» (Lc 1,42).

       Cristo è la novità della vita, è Lui la novità dell’anno, sarà ancora Lui la notizia nuova che conosciamo sempre meglio giorno dopo giorno.

       La Vergine Madre è davvero la donna della pienezza del tempo. Ella ha generato tale pienezza, sicché nient’altro dovrà riempire il tempo, perché l’eterno è già nel tempo per mezzo di Lei.

       L’umanità di Cristo e la mater­nità di Maria sono talmente legate insieme che sbagliarsi su di una significa necessariamente sbagliarsi anche sull’altra. Il grande privilegio della Vergine sta nell’essere madre del Figlio che è Dio. Contempliamo perciò Maria, imparando da lei ad accogliere il bambino che è nato per noi a Betlemme. Se nel bambino nato da lei, riconosciamo il Figlio eterno di Dio e lo accogliamo come il nostro unico Salvatore siamo realmente figli di Dio: figli nel Figlio. «Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio» (Gal 4,4), nato da donna. Il volto di Dio ha preso un volto umano, lasciandosi vedere e riconoscere nel Figlio della Vergine Maria, la prima ad accogliere il sorriso di Dio fatto uomo nel frutto del suo grembo. La madre ha un rapporto tutto speciale e in qualche modo esclusivo con il Figlio appena nato. Alla scuola della Vergine possiamo contemplare perciò con il cuore quello che gli occhi e la mente non riescono da soli a percepire. L’incarnazione del Verbo e la divina maternità di Maria non si possono comprendere con la sola intelligenza umana, ma solo nella fede. Ed è in questo cammino di fede che Maria ci viene incontro, ci è sostegno e guida nell’aderire totalmente alla volontà del Padre.

       La Madre di Dio è il confine del creato con l’increato. Un confine che segna un inizio, un principio, cui hanno concorso insieme a fissarlo il Creatore e la creatura, perché l’incarnazione è stata non soltanto l’opera del Padre, ma anche l’opera della volontà e della fede della Vergine.

       La stessa maternità della Vergine, poi, presenta il volto della Chiesa, che rispecchia sull’umanità la luce di Cristo. Se essere credenti, significa lasciarsi plasmare dalla parola di Dio che si fa carne, Maria ha un rilievo singolare per la Chiesa, lei che è divenuta la prima credente della nuova alleanza. Nel suo riconoscersi serva del Signore, ella appare come la prima persona che, nell’ordine nuovo del Cristo, diventa pellegrina autentica della fede. Per questo motivo, come serva del Signore, è figura della Chiesa e vive di fede e attraverso la fede, camminando con fiducia tra le prove della vita, obbedendo a Dio e non agli uomini.

Maria è la mamma che cammina davanti a noi e invita a indossare come lei la luce, a portare come lei Cristo nel mondo, a continuare la lotta contro il male. Il cristianesimo è la religione della maternità, finché ci sarà una madre sulla terra, Cristo sarà amato.