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Don Francesco Catalano, nuovo presbitero diocesano

Il vicedirettore della Caritas è stato ordinato sacerdote lo scorso 22 gennaio

(pubblicato il 28-01-2011)
Immagine di Don Francesco Catalano, nuovo presbitero diocesano




Nella gremita chiesa parrocchiale dedicata a san Paolo Apostolo, si è svolta lo scorso 22 gennaio nel corso di una solenne concelebrazione eucaristica, l‘ordinazione sacerdotale del diacono don Francesco Catalano. A presiedere la Santa Messa e ad imporre le mani sul novello sacerdote è stato l‘Arcivescovo mons. Francesco Pio Tamburrino che all’inizio dell’azione liturgica ha ringraziato “il Signore che non abbandona mai il suo popolo” per il “dono di un nuovo pastore a cui affidare il popolo santo”. Al termine della proclamazione delle letture bibliche è stato don Rocco Scotellaro, parroco della chiesa di san Ciro, a presentare all’Arcivescovo e alla comunità diocesana il profilo del candidato a ricevere l’ordinazione: “Don Francesco Catalano ha 37 anni, è cresciuto in una famiglia numerosa, e sin da ragazzo ha coltivato numerose esperienze lavorative e di volontariato. A 24 anni ha deciso di iniziare il cammino formativo per accostarsi al sacramento della Confermazione. L’esperienza comunitaria presso la Koinonia Giovanni Battista di Recanati lo ha indotto ad intraprendere il percorso vocazionale. Nel 2000 a Foggia presso il seminario minore ‘Sacro Cuore’ ha vissuto un anno propedeutico all’ingresso nel seminario Regionale di Molfetta, dove ha conseguito nel 2006 il Baccalaureato in Teologia con il massimo dei voti. Nel 2007 è stato ordinato diacono e ha svolto l’attività di collaboratore parrocchiale presso la chiesa parrocchiale B.M.V. Assunta in Cielo e presso la Caritas Diocesana, dove attualmente ricopre l‘incarico di vicedirettore. Da pochi mesi collabora nella comunità di san Ciro, dove si è da subito mostrato disponibile all’ascolto nelle relazioni con i parrocchiani”.



Durante l’omelia, mons. Tamburrino partendo dall’analisi del brano evangelico di Matteo (4,12-23) ha sottolineato il ruolo dei ministri della Chiesa, chiamati ad essere successori di Cristo per le strade del mondo: “Nel vangelo, Matteo ci racconta l’inizio della missione pubblica di Gesù che cambia indirizzo, lascia Nazaret e va ad abitare a Cafarnao. L’inizio dell’attività pubblica del Cristo è l’aurora di un nuovo giorno.  Il Figlio di Dio cammina sulla Terra: dove il Figlio passa, il mondo si riveste di bellezza. Attraverso gli apostoli Gesù arriva in tutto il mondo e mediante i ministri della Chiesa Egli continua a percorrere le strade di tutto il mondo”.  Infine, mons. Tamburrino si è rivolto a don Francesco Catalano, invitandolo a vivere il sacerdozio sull’esempio di Cristo: “Per tutti i messaggeri che Gesù continua a inviare, valgono le parole del profeta Isaia: ‘Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista’. Caro Francesco, questo vuol fare il Signore con te: donarti il suo spirito perché dimori in te, consacrarti ed inviarti ai poveri del mondo, renderti partecipe del mistero di Cristo. Egli con te continuerà a percorrere le strade del nostro territorio”.



Al termine dell’omelia è seguito il rito di ordinazione, iniziato con le interrogazioni propedeutiche e con la successiva promessa di obbedienza del candidato. L’invocazione delle litanie dei Santi ha fatto da preludio all’imposizione delle mani e alla preghiera consacratoria. Poi mons. Tamburrino ha unto con il Crisma il novello sacerdote che ha indossato gli abiti sacerdotali ed ha ricevuto in consegna le offerte per il sacrificio eucaristico. Infine, lo scambio della pace e l’abbraccio con il Vescovo ha segnato l’ingresso di don Francesco all’interno del presbiterio diocesano.



Al termine della celebrazione, è stato lo stesso don Francesco Catalano a rivolgere un ringraziamento ai presenti ed a tutti coloro che lo hanno aiutato nel suo percorso vocazionale: “Recita un salmo: ‘Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?’. Come potrò ringraziare i tanti volti che ho incontrato nel mio cammino di fede? La risposta per far fronte a questo debito è fornita dallo stesso salmista: ‘Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore’. Il sacerdozio per me non è un punto di arrivo, ma di partenza, un inizio per muovere i primi passi, così come fecero i discepoli in segno di risposta alla chiamata di Gesù”.



 



Francesco Sansone