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I preti giovani si interrogano sull'attualità dell'omelia

Presso la chiesa Ss. Salvatore incontro con il giornalista Nino Abate

(pubblicato il 01-02-2011)
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Si è svolto presso i locali parrocchiali della chiesa del Ss. Salvatore, un interessante incontro che ha avuto al centro delle riflessioni il significato dell'omelia oggi. Ad intervenire sono stati in molti invitati a partecipare dal parroco don Franco Colagrossi, incaricato dal Vescovo per la formazione permanente dei preti giovani, che organizza a cadenza mensile (ogni secondo venerdì del mese, ndr.), momenti di preghiera e meditazione nonchè di approfondimento su temi che toccano tutti gli ambiti della vita religiosa dalla pastorale ordinaria, alla liturgia agli orientamenti della Chiesa Universale. L’anno scorso si è riflettuto lungo tutto l’anno pastorale sulla Povertà vissuta nei vari ambiti da quello ecclesiale a quello teologico, con la definizione della Carità vissuta alla luce del Vangelo, quest’anno dopo l’indicazione spontanea degli stessi presbiteri, si riflette attorno all’omelia.



Ad essere presenti, riuniti attorno al tema fondante della comunicazione in ambito ecclesiastico, sono state le suore Oblate dell'Istituto "Maria De Prospero" in via Napoli, il lettore Giulio Camiletti della chiesa del SS. Salvatore, una coppia di giovani sposi, Michele e Barbara Ferrara, catechisti e animatori al canto della Chiesa dei Santi Guglielmo e Pellegrino, Francesca Di Gioia del settimanale diocesano "Voce di Popolo", il gruppo dei preti giovani formato da don Matteo Daniele, don Michele Radatti, don Giuseppe Nardella, don Matteo Ferro, don Tonino Tenace, don Leszekec, nonchè don Franco che sedeva al fianco del "relatore" chiamato a portare il suo autorevole contributo, il giornalista Nino Abate, già direttore del nostro foglio diocesano e dell'Ufficio delle Comunicazioni Sociali. Dopo un'introduzione a cura del parroco, sono stati in molti ad intervenire attorno ad un tema di grande attualità che richiama a sè diverse possibilità di approccio, dalla comunicazione in senso stretto, alla liturgia, alla biblistica, al carisma personale dei presbiteri. Emerse in modo inequivocabile, diverse istanze a riguardo della struttura consolidata e costruita dell’omelia stessa in modo da poter seguire agevolmente tutti i passaggi significativi, dalle letture alle riflessioni ai richiami all’attualità, ma anche la precipua necessità di “arrivare al cuore” del Popolo di Dio, attraverso frasi e parole sentite e meditate alla luce della preghiera, momento fondante da cui non si può prescindere per donare ai fedeli una Parola giusta e illuminata. Infine dopo qualche accenno all’abbigliamento dei preti a volte troppo casual, e ad alcune divagazione troppo intellettualistiche o trattatistiche, di taglio personale, che alcuni sacerdoti utilizzano dal pulpito stesso, la parola è passata all’”esperto” Nino Abate. Il noto giornalista ha consegnato ai presenti un forbito “vademecum” in cui sono  elencati tutti i dettami da rispettare per “comunicare attraverso l’omelia”. Questo piccolo compendio sulla materia, parte da cosa sia o non sia l’intervento omiletica per arrivare a come lo si prepara e a come si “incontra il pubblico dei fedeli”, per arrivare al linguaggio da utilizzare, all’autorevolezza dello stesso che si raggiunge attraverso i metalinguaggi, per terminare con aspetti di contenuto oltre che di forma come l’apertura dell’omelia a cui fa seguito un corpo centrale e una conclusione articolata che ha il suo prologo con un immancabile benedizione o con un fiducioso augurio, rivolto con affidamento totale al Signora del Popolo di Dio.



 



Francesca Di Gioia