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Riapre la Sala della Comunità dedicata a “Mons. Fortunato Maria Farina”

La cerimonia ufficiale di oggi darà il via ad un intenso programma di manifestazioni culturali

(pubblicato il 11-03-2011)
Immagine di Riapre la Sala della Comunità dedicata a “Mons. Fortunato Maria Farina”




“Sala Farina”. Questo è il nome con cui ancora oggi qualche foggiano denomina la sala cinematografica sita al civico 10 di via Campanile i cui locali dal mese di luglio, sono ritornati nella disponibilità della Basilica Cattedrale di Foggia. La sala riprende oggi la dedicazione al Servo di Dio Mons. Fortunato Maria Farina, salito al cielo il 20 febbraio 1954, in odore di santità. Fu lui il primo, infatti, ad avere la felice intuizione della necessità di avvalersi di una produzione cinematografica in Capitanata. Ciò è testimoniato eloquentemente in un articolo – apparso sul n. 6 del 1940, della rivista “Fiorita d’anime” – in cui si legge che il presule ebbe ad interessarsi della cinematografia dal punto di vista della distribuzione e del grado di fruibilità nelle sale della città di Foggia, orientando e consigliando il popolo dei fedeli, e per sua espressa volontà, venne costituito il Centro Cattolico Cinematografico. Erano questi gli anni in cui “il cinematografo” iniziava ad avere grande diffusione, e la cinematografia esercitava una forte attrazione.



E il cinema, in quegli anni, si imponeva a fronte dello scenario inquietante di morte e di distruzioni dovuti all’incedere del II conflitto mondiale. E durante il conflitto bellico, la Chiesa locale, con a capo il suo Vescovo Mons. Farina, per mezzo di una organizzazione capillare messa in campo sul territorio, divenne interlocutrice principale per ogni problema singolo o collettivo. La Chiesa operò sui corpi, sulle anime ma soprattutto nei cuori dilaniati della gente semplice. Pensò anche a dotarsi di strutture idonee ed efficienti per svolgere al meglio il suo apostolato di catechesi, liturgia e carità. Puntando molto su quest’ultima come i tempi richiedevano. Lo stesso Mons. Farina, in una sorta di inventario-testamento datato al 19 marzo 1950, ripone nelle mani di San Giuseppe, nella ricorrenza del patrono, l’auspicio del compimento di alcune “grazie” da perorare nei confronti del Padre Celeste. Sono diciassette punti, tra i quali ci sono anche i suoi desiderata a riguardo degli atti di carità e opere da realizzarsi in Diocesi, fra queste menziona, il “felice compimento dei lavori della Cattedrale di Foggia (suoi locali per sacrestia, tesoro, canonica, ecc.)”.



Acquisito un suolo di risulta dallo sgombero delle macerie dei bombardamenti dell’estate del ‘43, il Vescovo fu all’opera fra la fine del 1949 e l’inizio del 1950. È l’occasione questa per riprendere quel vecchio progetto sulla diffusione della cinematografia come veicolo di cultura, apprendimento, evasione, riflessione ed educazione. Il complesso edificato, infatti, comprende anche una sala da adibire a proiezioni cinematografiche, ma sono ancora una volta gli strascichi della guerra, appena alle spalle, a prendere il sopravvento. C’è bisogno di un tetto per tanti che hanno perso la casa, gli alimenti scarseggiano, e almeno ai bambini va dato un minimo di risposta; poi le malattie, le privazioni, il rientro dei reduci. Così che la nuova sala cinematografica viene, di volta in volta, utilizzata per i più svariati bisogni: mensa-refettorio, accoglienza di senza tetto, punto d‘incontro e di coordinamento. Solo nel 1954 il progetto originario prende corpo. È di quell’anno, il primo documento che attesta l’acquisto del proiettore, dell’altoparlante e dello schermo, come si rileva dalla fattura intestata al Capitolo Metropolitano.



     La nuova Sala della Comunità, intitolata al suo “benefattore” il Vescovo Mons. Fortunato Maria Farina, prendeva forma nel cuore della Foggia “antica”, a due passi dal Palazzo della Dogana e a ridosso di via Arpi, storica strada delle arti e dei mestieri. Per la gestione della sala, inizialmente, la Parrocchia si avvalse della collaborazione di varie persone, sotto il coordinamento di don Alessandro Cucci e del Capitolo della Cattedrale. Successivamente, l’attività venne affidata a Giustino Palma, che la condusse con sua moglie ed il figlio Mauro, con cui nel 1995, venne definita una cessione temporanea dell’Azienda, che prese il nome di "Falso Movimento", fino alla risoluzione del contratto di locazione avvenuta nel luglio del 2010.



Oggi, si prospetta una nuova pagina per la storica Sala della Comunità. La parrocchia ha preso contatti con il Ministero delle Politiche Culturali (Sezione Cinema) e con l’Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC); la Sala è già stata inserita nel regionale circuito del Cinema d'autore Apulia film commission e in quello nazionale di Schermi di qualità, per offrire una programmazione cinematografica che garantisca contenuti di alto profilo culturale e morale.



Nei mesi appena trascorsi, la sala è stata oggetto di importanti lavori di ristrutturazione, per estendere la sua attività anche all'esperienza teatrale. Soprattutto il palco e il sottopalco sono stati radicalmente ricostruiti per ospitare i locali necessari agli attori e al personale teatrale. La sala inoltre è stata completamente arredata e dotata delle più moderne attrezzature di insonorizzazione e di sicurezza. L’intento oggi, è quello di offrire una sala che funga da contenitore culturale, e che ospiti anche attività di cineforum, laboratori teatrali, un’aula conferenze, e che si proponga come centro di promozione e confronto culturale, luogo di formazione e di socializzazione.



Francesca Di Gioia