NEWS

"Raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto"

Le indicazioni pastorali di mons. Tamburrino hanno chiuso i lavori del Convegno Pastorale

(pubblicato il 09-04-2011)
Immagine di "Raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto"

Ad aprire i lavori della terza giornata del Convegno Pastorale Diocesano, lo scorso sabato 2 aprile, è stato un momento di preghiera incentrato sulla lettura del brano evangelico di Matteo (25, 31-46), analizzato dal nostro Arcivescovo mons. Francesco Pio Tamburrino: “L’intenzione di Gesù quando ha pronunciato queste parole non era tanto quello di descriverci il giudizio finale, quanto piuttosto quello di indicarci la preparazione necessaria a quell’evento finale per superare felicemente quella prova che certamente verrà alla fine della nostra esistenza. […] Tutti vengono convocati per il giudizio e tutti saranno giudicati non sulla qualità della dottrina che hanno professato, ma sulla carità, cioè sulla capacità di riconoscere il volto di Cristo nei poveri. […] La sentenza pronunciata per quelli che stanno alla sua sinistra, sta ad indicare la separazione eterna da Cristo e per conseguenza dalla vita. Senza che le sue parole possano supporre una predestinazione alla condanna, hanno scelto loro di trascurare la carità e perciò hanno scelto di restare senza carità nel loro cuore. […] Ecco l’importanza di aprire gli occhi adesso, di saper guardare oltre, dentro e di saper guardare con il cuore per cogliere il volto e la presenza di Colui che abita nel cuore di ogni uomo e di ogni persona bisognosa”. Poi la parola è passata ai cinque moderatori dei gruppi di studio formati durante il primo giorno del Convegno sulla base di cinque “alleanze educative” al servizio della testimonianza di carità: famiglia, oratorio e aggregazioni giovanili, parrocchie e confraternite, scuola e università, mezzi della comunicazione sociale. Ciascuno dei relatori ha esposto i contenuti emersi nelle riflessioni dei gruppi ed ha proposto utili indicazioni metodologiche per coniugare le “alleanze educative” con la vita di carità.

Dopo aver ascoltato le sintesi delle relazioni dei gruppi di studio, l’Arcivescovo ha fornito le prime valutazioni dei lavori del Convegno e ha proposto alcune conclusioni operative. All’inizio del suo discorso, mons. Tamburrino si è soffermato a riflettere sul cammino pastorale della diocesi: “Abbiamo dedicato un biennio all’annuncio della Parola nella Chiesa, un altro biennio alla Liturgia come fonte di salvezza, e siamo adesso nel terzo biennio dedicato alla testimonianza della carità; si tratta di una trilogia che è la base e il sostegno della Chiesa. […] Il cammino sulla carità è iniziato dal 13-15 maggio 2010, quando nel primo Convegno pastorale si è sviluppato in un’ampia relazione di mons. Vittorio Nozza tutto il panorama che ci aspettava nel cammino del biennio. Tutti i contributi del convegno sono confluiti nella lettera pastorale ‘Il Vangelo della Carità: eredità ed impegno della Chiesa’. […] Il cammino è proseguito nel corso degli ultimi mesi con la presentazione ufficiale della lettera pastorale e con l’esortazione quaresimale ‘La speranza dei poveri non sarà mai delusa’, con gli incontri dei ritiri mensili del clero sui temi della carità e poi con gli appuntamenti con i laici e gli operatori pastorali. Questo convegno intende essere la prosecuzione del cammino appena compiuto perché non siamo ancora che a metà strada. La nota specifica di questo convegno è il tentativo di raccordo tra il tema della carità e l’argomento del decennio pastorale della CEI ‘Educare alla vita buona del Vangelo’”.

Continuando nella sua relazione, il Presule ha analizzato quanto emerso dal Convegno: “Voglio far notare la metodologia di questo convegno, iniziato subito con i gruppi di studio. Abbiamo voluto fin dall’inizio il coinvolgimento della comunità. Questo significa che c’è una grande fiducia nella maturità della comunità diocesana […] La seconda tappa del convegno è stata costituita dalla relazione di mons. Perego: abbiamo ancora nelle orecchie, nella mente e nel cuore le convincenti affermazioni di un protagonista della carità, provvisto di una straordinaria capacità di riflessione delle esperienze da lui vissute. […] La mia sensazione è di un’enorme ricchezza offerta dal convegno che va sfruttata e accolta, fatta nostra nel cammino che ci aspetta nei prossimi mesi. Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù chiede che i frammenti non vengano sprecati: ‘raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto’ (Gv 6,12). Le conclusioni del convegno le vedo racchiuse proprio in questo comando di Gesù di non sciupare il dono di Dio. […] Anche questo nostro convegno ha una eccedenza, un di più che deborda dal nostro appetito attuale ma destinato ai mesi che verranno. […] Da parte mia l’impegno va in una duplice direzione: innanzitutto, continuerò con grande sollecitudine la visita pastorale nelle parrocchie della diocesi. […] Inoltre, il progetto che nasce da questo convegno è anche quello di elaborare una seconda lettera pastorale sulla carità. L’argomento che ho individuato riguarda le opere di misericordia corporale e spirituale”.

Poi, l’attenzione del relatore si è rivolta a due ambiti particolari che necessitano di maggiore attenzione da parte degli operatori pastorali, la famiglia e la parrocchia: “Per i genitori l’educazione è un dovere essenziale perché connesso alla trasmissione della vita, originale primario rispetto al compito educativo di altri soggetti. L’impronta lasciata dalla famiglia sulla coscienza e sulla vita di un ragazzo è unica e permanente, è lì che si impara ad essere cristiani. […] Altro punto che mi sta a cuore è la parrocchia come comunità cristiana educante. Quale parrocchia educa alla carità? Una Chiesa appassionata, che non smonta mai dal suo turno di presenza, che sa coniugare insieme progetto, proposta e libertà, che accetta il deserto, la povertà, l’insuccesso, che sa stare dentro le mille contraddizioni, le fatiche e le debolezze della storia, ricca di incontro e di ascolto, che educa con la sua vita, con il suo stile, una Chiesa che sceglie di stare su alcuni percorribili percorsi educativi”. Infine mons. Tamburrino, concludendo ha augurato alla comunità diocesana di vivere alla sequela di Cristo in questo biennio pastorale dedicato alla carità: “Vi auguro di proseguire in questo nostro cammino, bello e faticoso, un percorso che Cristo ha compiuto prima di noi”.