NEWS

Sulla via della Croce

La Via Crucis diocesana dell’Azione Cattolica a S. Giovanni Rotondo

(pubblicato il 04-05-2011)
Immagine di Sulla via della Croce

Si è rinnovato il pio esercizio della Via Crucis dell’Azione Cattolica diocesana a S. Giovanni Rotondo. Come da tradizione, il Venerdì Santo mattina, decine di aderenti dell’AC, delle varie parti della Diocesi, si sono recati sul monte Castellano, che sovrasta il santuario di S. Pio, per vivere un momento forte di fede. Una bella giornata di sole ha accolto i partecipanti che hanno riflettuto sugli ultimi momenti della vita terrena di Gesù. Il folto gruppo di partecipanti era formato da un gran numero di giovani e ragazzi che, negli ultimi anni, si sono uniti agli adulti e, durante tutto il percorso, hanno animato con il canto le varie stazioni della Via Crucis. Il Vicario Generale, nonché assistente dell’Azione Cattolica, mons. Filippo Tardio, ha guidato le meditazioni. Gli aderenti all’Azione Cattolica erano accompagnati dal Presidente Diocesano Giacinto Barone e dai vari responsabili dei settori. Le mani sono state le protagoniste della Via Crucis e alla fine di ogni stazione i partecipanti sono stati invitati a fare dei gesti legati alla riflessione.


Mani che si aprono per accogliere. Mani giunte per la preghiera. Mani sul petto per chiedere perdono. Mani che si stringono in segno di fratellanza. Tanti gesti per indicare che attraverso le mani esprimiamo i sentimenti nascosti del nostro cuore. Le stesse mani sono state protagoniste dell’ultimo percorso di Gesù sul Calvario e sono state evidenziate più volte dallo scultore Messina, autore della Via Crucis di S. Giovanni Rotondo. Mani di condanna. Mani che si svincolano dalle responsabilità. Mani che feriscono. Mani di soccorso. Mani di pietà. Mani inchiodate. “Mani che si devono intrecciare con quelle di Dio” è stata l’invocazione al termine della Via Crucis di mons. Filippo Tardio. “Mani - ha continuato il Vicario Generale - che hanno intinto, mani traditrici o mani rinnegatrice come quelle di Pietro. Poi, ci saranno le mani di Tommaso che metterà il suo dito nelle piaghe di Cristo risorto. Siamo chiamati - ha proseguito mons. Tardio - a lavare le nostre vesti nel Sangue dell’Agnello. La morte di Gesù ci deve appartenere per fare una vera esperienza di fede”. Gli auguri pasquali da parte del Presidente diocesano Barone hanno concluso l’intenso momento di preghiera.




Antonio Daniele