PARROCCHIE

SS. Annunziata

comune: San Marco in Lamis (zona: San Marco in Lamis)

Informazioni utili

Indirizzo: Corso Matteotti
Telefono: 0882831145
Altri dati:

Parroco Moderatore: GIACOBBE don PIETRO
Vicario parrocchiale: RADATTI don MICHELE

Collaboratore Parrocchiale: PERRONE diac. LUCIANO

Orari Sante Messe

Feriale: 18:30
Prefestivo: 18:30
Festivo: 11:00 18:30
Note:

Scheda Storica

Notizie storiche
primo insediamento di abitanti nella verde vallata ai piedi dell’antico Monastero Benedettino, ora Convento di S. Matteo, vallata attraversata dalla Via Sacra Langobardorum, che dalla pianura portava i pellegrini al monte dell’Apparizione di S. Michele Arcangelo, deve risalire agli inizi del II Millennio.
Nel 1176 Guglielmo II, Re di Sicilia e d’Italia, riconosce all’Abate Gualtiero di S. Giovanni de Lama la dipendenza amministrativa dal Monastero di numerose chiese, casali e abitanti, tra cui la chiesa, il casale e gli abitanti di S. Marco in Lamis.
Il Casale inizialmente contava poche famiglie di agricoltori e pastori a servizio dell’Abate. La chiesa del Casale era una Cappella gestita dai Monaci, forse dedicata all’Evangelista Marco (molti casali assumevano il nome del Santo titolare della chiesa). È probabile che nel secolo XVI, verificatosi un certo incremento demografico, sul suolo dell’antica chiesa o cappella sia stata costruita una nuova più ampia, dedicata a Maria SS. Annunziata, come tante chiese erette all’epoca. In essa vi officiava l’Abate e, più tardi, divenne sede del Collegio dei Canonici, dediti al culto e all’assistenza religiosa degli abitanti.
Dopo il Concilio di Trento, il Decano del Capitolo assunse l’incarico di Arciprete Parroco. Con l’avvento del Regno borbonico ebbe termine la Commenda; il territorio di S. Marco in Lamis divenne Arcipretura nullius e l’Arciprete assunse la responsabilità amministrativa e pastorale in piena autonomia. Fu così fino al 1818, quando Pio VII stabilì che il territorio di S. Marco facesse parte dell’Arcidiocesi di Manfredonia.
I frequenti sismi, con effetti distruttivi, verificatisi lungo i secoli nel territorio della Daunia, richiesero numerosi interventi di riparazioni e restauri negli edifici di culto in particolare. Nel 1841 per la violenza del sisma andò quasi interamente distrutta la Chiesa Collegiata. D. Angelo Del Giudice, Parroco della Collegiata dal 1905 al 1943, nelle risposte al questionario relativo allo stato della chiesa, asserisce che “la Chiesa Collegiata fu riedificata ed ampliata a spese del Comune di S. Marco in L. (autorizzato dal Real Governo) sull’antica diroccata dal terremoto del 1841 e riaperta al culto nel 1860”. Nello stesso questionario viene ipotizzato il Patronato del Comune sulla Chiesa per averla edificata a proprie spese.
Quando Pio IX nel giugno del 1855 eresse la Diocesi di Foggia e unì alla nuova Diocesi S. Marco in L. e il suo territorio comunale, i lavori di ricostruzione della Collegiata erano nella fase ultimativa, diretti dagli Ingg. D’Atri e Girolamo Rossi. La Ditta Francesco De Majo di Napoli fornì e mise in opera l’Altare e la pavimentazione del presbiterio in marmo.
Nel 1904 Mons. Mola fece costruire sull’area della sacrestia i locali del Palazzo Vescovile. Negli anni 1928, 1932, 1934 furono eseguiti lavori per riparare il tetto e ritinteggiare la chiesa a spese del Collegio dei Canonici. Nel questionario citato, D. Angelo De Giudice asserisce che “la Chiesa ha bisogno di tutto il pavimento, meno il presbiterio che è di marmo, di quasi tutto l’intonaco e relative decorazioni in stucco e qualche altra rivista alla tettoia”; dice, inoltre,: “Per le riparazioni non fu raccolta alcuna somma né fu presentato alcun progetto”.
Per riattare la Chiesa, nel 1935 il Podestà del tempo deliberò la concessione di un congruo contributo.
Nel 1948, forti scosse sismiche, verificatesi dal 18 al 21 agosto, resero inagibile la Chiesa, sicché Mons. Farina suggerì di trasferire le attività canonicali e parrocchiali nella Chiesa del S. Cuore (ex S. Chiara); in realtà quelle canonicali furono svolte nella vicina Parrocchia di S. Antonio Ab., mentre quelle parrocchiali nella Chiesa del S. Cuore. L’Arciprete, D. Antonio Giuliani, sollecitò il Genio Civile di Foggia ad accertare l’entità dei danni e stabilire i fondi necessari per le riparazioni. I lavori furono effettuati dal Genio Civile con finanziamento dello Stato e durarono circa nove anni. La Chiesa fu riaperta al culto nel 1957.
Nel 1962, a D. Antonio Giuliani subentrò D. Bonifacio Cipriani, che, oltre a svolgere la sua mansione di Parroco della Chiesa Collegiata, continuò ad assicurare assistenza pastorale agli abitanti di Borgo Celano fino al 5.3.1963.
Durante il ministero parrocchiale di D. Bonifacio, la Chiesa fu chiusa per breve tempo nel 1975, per dar luogo a lavori riguardanti il tetto, con intervento della Regione Puglia, mentre l’impianto idrico, la rete fognante, la elettrificazione delle campane, l’impianto di amplificazione e un piccolo box furono realizzati dal Parroco con mezzi propri e con quelli offerti da amici e benefattori.
Nel novembre del 1980 un nuovo sisma, che ebbe epicentro nell’Irpinia, causò gravi lesioni nelle strutture della Chiesa; questa, resa inagibile, fu nuovamente chiusa al culto e, in attesa che lo Stato intervenisse per le riparazioni e il restauro con i fondi stanziati per danni sismici, il Parroco adattò il locale della sacrestia a provvisoria cappella. I lavori per lentezze burocratiche e tardive operazioni di finanziamento portarono via circa dieci anni. Nel 1990, assicurata l’agibilità, la Chiesa fu riaperta al culto, anche se bisognosa, com’è tuttora, di lavori di completamento.
Nel 1993, gravi ragioni di salute costrinsero D. Bonifacio a dimettersi da Parroco, e la Parrocchia fu affidata a D. Nicola Lallo, che con la cura pastorale si è assunto anche il gravoso onere di far fronte ai tanti lavori rimasti in sospeso.
Il 12.10.1995 nel far richiesta di fondi, presentò un elenco di lavori da fare con relativo preventivo: impianto elettrico secondo le nuove norme, pitturazione della Chiesa, modifiche nel presbiterio, sistemazione del campanile e dei locali della parrocchia, con particolare riferimento alla parte statica ceduta a causa del sisma del settembre 1995, nuova pavimentazione della Chiesa e impianto di riscaldamento. In detta richiesta informò l’Arcivescovo delle spese sostenute per rinnovare l’impianto di elettrificazione delle campane, per ripulire il campanile, per assicurare le finestre della sacrestia con protezione metallica, per fare restaurare il Crocifisso, per provvedere al riscaldamento nella sacrestia e per migliorare l’impianto di amplificazione.
Intanto, a spese proprie e col concorso dei fedeli D.Nicola, nei primi mesi del 1997, ha fatto rinnovare l’impianto elettrico e di illuminazione dalla Ditta Giuttari Tommaso di Foggia.