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Libando - incontra

Intervento dell'Arcivescovo in occasione della VI edizione di Libando - Istituto Einaudi - Foggia

(pubblicato il 16-04-2019)
Immagine di Libando - incontra

Ringrazio di cuore per questo approfondimento.

“Se i campi fossero all’altezza delle mani, lì lavorerebbero anche i ricchi”: così recita un proverbio. Chi coltiva la terra si china e questo è un gesto non sempre compatibile con la ricchezza. Flettersi è la condizione per riflettere. Piegarsi verso la terra è rendere ossequio e rimanere prossimi a quanto ci nutre. Città e terra camminano insieme: non una senza l’altra.

Il cibo è un bene fragile, per questo serve porre argine al mito moderno dell’infinito consumo basato sullo sfruttamento della terra, che dobbiamo imparare a custodire per le generazioni future.

“Cibo e riciclo”: il tema richiede una sana relazione tra l’umanità e il creato. Solo una visione dell’uomo autentica e integrale permetterà di prenderci cura del pianeta, perché non c’è ecologia senza una chiara visione dell’uomo.

Con voi, amici studenti, desidero soffermarmi non solo su Libando, ma su Libando – incontra. E’ bello che Librando si accompagni a Libando. Dalla scuola parte la cultura dell’incontro, l’appello perché Libando includa nel messaggio sulla sostenibilità e l’economia sociale, l’offerta educativa di banchetti letterari di laboratori (labor – oratori) con materiale riciclabile; di promozione turistica aperta all’accoglienza e all’integrazione. Oggi, purtroppo c’è chi consuma senza limite e si ammala; chi si ubriaca (penso ai 2500 ragazzi giovani alcolisti); chi provoca quell’inquinamento sonoro che mette a rischio udito e sonno. Mi chiedo perché in futuro per Libandino non si affronta il rischio delle plastiche pericolose con cui sono costruiti i giocattoli oppure i danni mal formativi e di perdita di quoziente intellettivo dei bambini sottoposti a inquinamento acustico.

Grazie per la connotazione caritativa di questa VI edizione (cf. la presenza del banco alimentare). Torniamo ad una razionalità politica attraverso un altro tipo di progresso più sano, umano, sociale e integrale, evitando la logica dell’accumulo, della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo.

L’augurio è che Libando sia un cantiere aperto di idee, progetti, esperienze per promuovere la conversione ecologica attraverso l’amore per la terra, l’adozione di nuovi stili di vita e la crescita di una spiritualità che ci faccia godere e gioire per la condivisione e la bellezza della creazione.

Bisogna unire insieme le mani callose e i sogni, l’operatività e un cuore acceso, immettendo nelle cose un progetto più alto del presente (Ermes Ronchi).

+ Vincenzo Pelvi