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Una parola amica

Messaggio ai membri dell'Associazione "Figli in Cielo"

(pubblicato il 31-10-2020)
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Carissimi genitori,

ispirandomi a un testo di Maria Teresa Abignente della Comunità di don Luigi Verdi, vorrei suggerire qualche breve riflessione per questi giorni particolari dei nostri “Figli in Cielo”. Siamo di fronte alla tomba che nasconde i figli ai nostri occhi. Vorrei con voi gridare di svegliarli, di uscir fuori, chiamare tanto forte da spezzare il loro sonno, frantumare il silenzio. Il dolore, cari genitori, si è immesso in ogni parte del vostro corpo e anche le lacrime non danno alcun sollievo, scendono a volte silenziose, a volte accompagnate da singhiozzi, ma non riescono ad alleggerire la desolazione dentro e accanto a voi. Non possiamo capire il vostro dolore, restiamo in silenzio davanti ad un evento così ingiusto che ha stravolto per sempre la storia della vostra famiglia. Ma il dolore non può vincere e deve trasformare ogni esistenza. Immergiamo il mistero della morte nel mistero della vita che non finisce. Come affrontare questo? Non ci sono parole, tranne il silenzio e la vicinanza. La fede nella risurrezione è chiudere gli occhi e procedere al buio, quel buio che avete incontrato. Perché ancora tanta sofferenza? Neanche Gesù risponde a questa domanda, piuttosto dice: «Vieni, facciamo un po' di strada assieme, apriamo un sentiero di vita». Il dolore in sé non ha un senso, le lacrime non vanno asciugate, né respinte. Il dolore non può essere capito, bisogna lasciarlo essere in modo da trasformare la sua energia negativa in tenerezza e amore. Il Signore ci è accanto e piange le sue lacrime. Dio non è venuto a spiegare la sofferenza, ma a riempirla della sua presenza. Egli non ama il dolore, ma nel dolore è con ciascuno di voi per moltiplicare la forza che argina ogni paura. I nostri figli, giovani speciali, che amarono e gioirono, ora sono nell’abbraccio di Dio. Restano a noi più vicini quando gli occhi sono in lacrime, il cuore resta muto e girano a vuoto le energie dell’esistenza, quando le angosce sembrano annullare la fede e il tempo acuisce le piaghe della loro assenza. L’amore è ciò che rimane e il nostro cuore è in loro, anche se il corpo è lontano da noi.

Cari papà e mamme,

se dovete parlarci fatelo con il silenzio. Non ci vogliono parole, basta il dono inesprimibile di un bacio. Non vediamo l’ora di ricontrarci. Da bambini, quando avevamo paura ci nascondevamo dietro di voi…ora voi non nascondetevi per paura dietro di noi.

La nostra morte non solo può essere detta a partire dalla vita: essa anche parla alla vita.

Non dovete temere, lo ripete Gesù. Confidate, abbiate fiducia. Siamo nel respiro del Risorto.


Un abbraccio affettuoso              

Vincenzo Pelvi