OMELIE

E' TEMPO DI PENSARE A DIO

Omelia di Mons. Ferretti del 24-12-2022

Natale del Signore
Cattedrale 24 dicembre 2022

 

 

«Sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre» (Gv 12,46). Sono parole di Gesù, i ci raggi sprigionano dalla mangiatoia e offrono la luce della fede come via per raggiungere la felicità.      
Eppure la luce di Cristo potrebbe essere solo illusione, una luce fioca invocata nei giorni difficili, quasi una consolazione privata che non riscalda il cammino della storia. Noi credenti siamo spenti; abbiamo ormai rinunciato a Gesù, luce del mondo. Preferiamo accontentarci di piccole luci, fioche e illusorie; quelle dell’istante breve, dell’immediato piacere ma incapace di rasserenarci.      
Quando manca Gesù, tutto diventa confuso, si fanno scelte come cerchi ripetitivi senza alcuna direzione e così è impossibile distinguere il bene dal male.          
Natale è invito a riscoprire la luce propria della fede, senza la quale ogni consolazione diventa invasiva desolazione. La fede, infatti, dona colore e calore a tutte le fasi dell’esistenza e proietta in un futuro dove l’io si trasforma nel noi senza fine.
Non si è forse affievolita la convinzione che rende piena la vita, quando è centrata su Cristo e sulla forza della grazia? Non confidiamo, forse, nella voce di tanti idoli, dimenticando l’amore che Dio ha per noi?        
Carissimi, non basta più fissare lo sguardo su Gesù, ma guardare dal punto di vista di Gesù con i suoi occhi e il suo cuore.
In tanti ambiti della vita ci affidiamo ad altre persone che conoscono le cose meglio di noi. Abbiamo fiducia nel farmacista nel chiedere i farmaci, nell’avvocato per difenderci in tribunale. Perché non ci rivolgiamo a Gesù che ci spiega Dio? Di qui il Natale. Il Signore ha assunto la nostra carne ed è l’unico esperto e affidabile nelle cose del Padre celeste. Ma noi amiamo il Signore e condividiamo la sua visione su tutte le cose? Lasciamoci toccare il cuore attraverso l’immagine delle sue mani aperte: Gesù ci tocca come il lebbroso, ci solleva come la suocera di Pietro, ci guarisce come il sordomuto, ci sana come il cieco di Betsaida, ci prende per mano come il giovane epilettico, ci lava i piedi come ai discepoli e appare risorto con le mani trafitte. Lasciamoci toccare il cuore da Gesù con i comandamenti e i sacramenti e la vita diventerà luminosa.
Se togliamo Dio dalla nostra Città si affievolirà anche la fiducia tra noi e ci terremo uniti solo per paura mentre la scurezza mondiale sarà minacciata. Perché vergognarsi di riconoscere Dio pubblicamente? Perché non confessarlo come Signore dell’esistenza? Perché non proporre la bellezza della pace che egli rende possibile? E’ tempo di non soffermarci più esclusivamente su problemi ecclesiali di natura pastorale, organizzativa e strutturale, ma risvegliare il fondamento della fede. Impariamo a pensare a Dio prima che alle cose di Dio, tuffandoci in maniera responsabile nella profondità insondabile della grazia. Scegliamo il primato della vita sull’azione, della persona sulla prestazione. L’essere umano non diventa persona per il fatto che è attivo, ma perché riceve se stesso da Dio. Non sono le opere buone che fanno buona una persona, ma la persona creata e redenta, che compie opere buone. Siamo creature sorrette dal cielo e non presuntuosi creatori del cielo sulla terra. Chi vuole fare della terra il cielo, finisce per trasformarla in un inferno. Non interessiamoci esclusivamente di etica o di servizio; rischieremmo di secolarizzare la Chiesa, dimenticando il fascino di Gesù, l’esperienza della trascendenza. Il mondo nuovo si costruisce con la mano di Dio con una relazione sempre più intima e personale con lui. Chiediamo al Signore che nasce il dono di accogliere il mistero del Natale, lasciandoci trasformare dalla sua venuta. Non si vive senza mistero e non ci si può sottrarre al mistero, perché siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio.   
A Maria, madre di Gesù e della nostra fede, rivolgiamo la preghiera: Aiuta, Madre, la nostra fede. Sveglia in noi il desiderio di seguire i passi di Gesù, accogliendo la sua promessa. Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede. Aiutaci ad affidarci pienamente a lui, a credere soprattutto nei momenti di sofferenza, quando la fede è chiamata a maturare. Ricordaci che chi crede non è mai solo. Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché egli sia luce sul nostro cammino. E che questa luce della fede cresca sempre in noi finché arrivi quel giorno senza tramonto, che è lo stesso Cristo Signore.