OMELIE

Mani legate

Omelia di Mons. Ferretti del 05-04-2023

Omelia nella S. Messa Crismale

Basilica Cattedrale di Foggia

 

Carissimi,

nell’omelia per la Messa crismale dello scorso anno riflettevo con voi sul rivestirsi di Cristo, già prefigurato dalla veste battesimale e rappresentato di nuovo in ogni Santa Messa, indossando i paramenti liturgici. Ogniqualvolta indossiamo il camice e la casula per la celebrazione, ricordiamo il battesimo e il giorno della nostra Ordinazione.

Rinnovando anche quest’anno il grazie per l’Ordinazione sacerdotale, desidero riflettere sulla sequela di Cristo che è più che l’adesione ad un programma preciso, più che la simpatia e la solidarietà con un uomo, che noi guardiamo come modello; noi seguiamo Cristo, il Figlio del Dio vivente. Noi percorriamo un cammino divino.

A riguardo, mi piace soffermarmi su una sorprendente immagine biblica per la sequela: quella di Pietro. Tu tenderai le mani, un altro ti legherà e ti porterà dove tu non vuoi. Pietro deve rinunciare alla sua volontà, non decide più di se stesso. Un altro lo cinge. Questo episodio ricorda a tutti noi un piccolo rito, che è penetrato molto profondamente nell’anima, durante la nostra Ordinazione sacerdotale. Dopo l’unzione, in quell’occasione, venivano legate, una all’altra, le mani e con le mani così legate si prendeva il calice. Mi viene in mente la domanda di Gesù a Giacomo e Giovanni: potete voi bere il calice che io berrò?

Le mani legate sono unte con olio messianico del Crisma. Le mani sono espressione del nostro potere; con esse possiamo afferrare, prendere in possesso, difenderci. Le mani legate, invece, sono espressione dell’impotenza, della rinuncia al potere. Queste cose sono messe nel calice e in ciò si dimostra che il calice eucaristico è il centro della vita sacerdotale. L’Eucaristia è una forma di vita e dona forma alla vita. Le mani sono legate: io non mi appartengo più, perché appartengo a Cristo e, in Lui, agli altri. La sequela sacerdotale è disponibilità ad un legame definitivo, perché tale è il legame di Gesù con noi. Le mani legate sono in realtà mani aperte, mani tese, che raccontano il sì totale e definitivo a Cristo.

Quando eri giovane ti cingevi la veste da solo e andavi dove volevi; quando sarai vecchio tenderai le tue mani e un altro ti porterà dove tu non vuoi. Sono parole che seminano in noi quelle di Gesù: non la mia ma la tua volontà sia fatta. Gesù non chiede a noi presbiteri grandi azioni, ma l’abbandono e la riconoscenza.

Con il passare degli anni, il rischio di una certa usura dell’ideale perseguito e dello sforzo fatto per realizzarlo potrebbe portarci ad una mediocrità nella santità. Con il passare degli anni, a nessuno sfugge la tentazione di un compromesso fra le esigenze soprannaturali dell’amore del Signore e quelle della nostra personalità di uomini adulti. Noi sacerdoti dobbiamo vivere nella spoliazione interiore, secondo un’ambizione di grandezza distaccata da noi, ma che si allarga nell’ambizione stessa del cuore di Cristo. Ricordiamo che l’impegno di formare altri alla maturazione cristiana non è, perciò stesso, garanzia di crescita personale, tantomeno garanzia di libertà da errori magari gravi nel proprio cammino di credenti. Anche una vita dedicata, com’è la nostra, non assicura la santità, perché si può lasciare tutto, ma non i progetti segreti nascosti nel nostro cuore circa l’idea che abbiamo di perfezione.

Viviamo nell’umiltà e nella diffidenza verso noi stessi, accettando di non essere nulla per noi e tutto per Lui e per gli altri, accettando di credere oltre ogni speranza e ripartire quotidianamente verso un nuovo modo di essere poveri, obbedienti, casti, caritatevoli, oranti: ecco ciò che sarà questa nuova tappa, offerta dalla Messa crismale.

Preghiamo il Signore perché ci faccia comprendere sempre più profondamente il mistero della sequela. Lo preghiamo perché ci conceda il coraggio di liberarci dalla nostra presunzione, dalle nostre sicurezze e dalle nostre riserve soggettive ed egoistiche. Lo preghiamo perché al momento giusto Egli tenda le mani verso di noi, ci prenda per mano e ci chiami a stare davanti a Lui e a servirlo fedelmente.