COMUNICATI STAMPA

Messaggio per il Natale 2008 di Mons. Tamburrino

Messaggio per il Natale 2008 di Mons. Tamburrino Morte del piccolo Rom. “È come se fosse stato ucciso Gesù”
(pubblicato il 24-12-2008)

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Messaggio per il Natale 2008 di Mons. Tamburrino



 Morte del piccolo Rom. “È come se fosse stato ucciso Gesù”



Ho un groppo tremendo alla gola: nella mia mente, al bambino Gesù adagiato in una mangiatoia, si sostituisce il piccolo Geylo, bruciato nel rogo che ha distrutto le baracche del Campo Nomadi di Arpinova. Per me, è come se fosse stato ucciso Gesù dal monossido di carbonio e dalla povertà che lo costringeva a vivere in una baracca”.



Tristezza e sgomento: sono i sentimenti che l’Arcivescovo della Diocesi di Foggia – Bovino, Mons. Francesco Pio Tamburrino, esprime all’indomani della tragedia che ha colpito la comunità Rom nella piccola borgata sita sulla strada per San Marco in Lamis.



Il Presule, nel consueto messaggio per il Natale 2008, presentato poco fa ai presbiteri ed ai laici della Chiesa Locale presso il Palazzo Vescovile, si sofferma più volte sulla tragedia di Borgo Arpinova: “Non mi si dica che la morte di Geylo sia stata causata dalla sfortuna o dalla cattiva sorte. Questa tragedia mi angustia e mi addolora. Che Natale possiamo festeggiare con il lutto in casa?”.



Parole dure e franche giungono dal Presule anche sull’attuale situazione, all’indomani della crisi che ha colpito il mondo dell’economia e della finanza: “Sarà crudele, ma è meglio non nasconderci la realtà drammatica che stiamo vivendo. Abbiamo la consapevolezza che la situazione del nostro paese, dell’Europa e del mondo intero si vada deteriorando di mese in mese. Per i giovani aumenta la difficoltà a trovare un impegno. A trent’anni sono costretti a vivere con i genitori perché viene offerto un lavoro saltuario, precario, malpagato, senza alcuna previdenza, dequalificato. I cinquantenni continuano ad essere licenziati, o collocati in cassa integrazione, altri impiegati interinali sono sospesi dall’attività lavorativa per la crisi delle aziende. La parola d’ordine – ha continuato Mons. Tamburrino - sembra essere: tagliare! Meno soldi all’Istruzione, alla Ricerca, alle Aziende sanitarie, e drastiche riduzioni di personale. Decine di migliaia di persone rischiano il licenziamento e le famiglie non sapranno come sopravvivere. Di fronte a questo scenario non possiamo rimanere indifferenti: gli espulsi  dal mondo del lavoro sono esseri umani, persone, uomini e donne, non soprannumerari o esuberi”.



Ma la tristezza, alla vigilia della nascita del Signore, si apre alla speranza che è propria dei cristiani: “La speranza cresce là dove c’è il non senso, dove c’è il deserto, dove c’è un mondo che si sia condannato alla morte. La speranza non è un voler guardare una storia che va verso il degrado, pensando che, in fondo, io sto abbastanza bene. La speranza è attendere la rivelazione di figli di Dio; è volgere gli occhi a quella vita che viene da Cristo, che è al di là e al di sopra di tutto ciò che ci delude e ci sfugge di mano. La speranza – ha aggiunto Mons. Tamburrino - è fissare gli occhi in Cristo che nasce povero tra i poveri, uomo tra gli uomini, ma con l’energia universale che realizza una vita nuova, una vita vera per tutto il creato: la vita eterna. Tocca dunque ai cristiani farsi coscienza di una società, che sta perdendo dignità e orientamento, e proclamare con coraggio le antiche parole dei profeti. Nella palude mortale in cui l’umanità va affondando, l’unica speranza è Cristo. Non i buoni sentimenti o la buona volontà, non la politica o la scienza: Cristo è la nostra speranza. Paradossale, ma assolutamente semplice e razionale, perché si fonda su realtà che devono essere costruite con impegno e rigore: la giustizia, la solidarietà e l’amore”.



Il messaggio natalizio si conclude con un riferimento sempre rivolto al bambino Rom deceduto nel rogo di alcuni giorni fa: “Il piccolo Geylo e il dolore della sua famiglia ci impongono di trovare un senso e un modo più credibile di vivere questa nostra festa. Allora ci sarà un ‘buon Natale’!



 



Foggia, 24 Dicembre 2008                                         L’Ufficio Comunicazione