ARCIVESCOVO



Mons. Giuseppe Lenotti

emblema del vescovo Mons. Giuseppe Lenotti

Nato a S. Zeno di Montagna (VR) il 30.11.1907; ordinato Sacerdote il 1.7.1931; fu Canonico e Arciprete della Cattedrale di Verona nel 1950.
Quando nel 1960 fu eletto Vescovo di Bova (CR) rivestiva in Diocesi l'incarico di Vicario generale.
Il 28.4.1962 fu nominato Vescovo di Foggia.
È l'anno in cui Papa Giovanni convoca a Roma tutti i Vescovi del mondo per partecipare ai lavori del Concilio Ec. Vat. II. Gli impegni imposti dal Concilio non impedirono a Mons. Lenotti di seguire l'andamento della vita pastorale in Diocesi.
Nel 1963 si recò a Torino per incontrare la comunità dei foggiani ivi emigrati; eresse a Foggia alcune parrocchie: Incoronata, S. Famiglia, Immacolata, S. Paolo Ap., nel 1964 eresse la Vicaria Curata di S. Teresa di G.E. e nel 1965 laparrocchia dei Ss. Guglielmo e Pellegrino.
Amò il Seminario e i Seminaristi, seguendo particolarmente gli alunni del Seminario Regionale.
Dopo il Concilio, conclusosi ufficialmente 1'8.12.1965, si impegnò ad attuare in Diocesi i nuovi orientamenti pastorali, le varie riforme liturgiche e i nuovi organismi di partecipazione al governo pastorale.
Seguiva con entusiasmo tutte le iniziative pastorali che si attivavano nelle parrocchie.
Tenne molto all'aggiornamento del Clero, proponendo come oggetto di studio, negli incontri mensili, i vari temi trattati nel Concilio.
Fu molto devoto della Madonna dei Sette Veli e per alimentare il culto alla Vergine Patrona della Città promosse l'iniziativa del pellegrinaggio, a turno, delle comunità parrocchiali alla Cattedrale durante i giorni della novena preparatoria alla Festa del 22 marzo.
Nel 1966 eresse altre parrocchie: S. Isidoro, B.M.V. Madre della Chiesa, S. Antonio da Padova; in quell'anno chiamò a Foggia la Comunità religiosa delle Figlie della Chiesa per affidare ad essa la cura dell' Adorazione perpetua nella Chiesa di S. Domenico.
Nel 1967dette luogo alla S. Visita pastorale nelle parrocchie della Diocesi.
Nel 1968 eresse parrocchie S. Alfonso e Regina della Pace.
L'anno successivo, con delibera del 23.9.69, Sindaco Avv.C. Forcella, l'Amministrazione Comunale di Foggia concesse in proprietà alla Diocesi, come Sede Vescovile, l'ex Convento dei Domenicani e Mons. Lenotti fu lieto avere dignitosa sede per sé e per gli Uffici di Curia, dopo anni di ospitalità nella canonica della Cattedrale.
Nell'autunno del 1968, in attuazione dell'esortazione "Magistero e Teologia nella Chiesa", intesa a promuovere la cultura teologica nel Clero e nei laici, istituì la Scuola Teologicaper Religiose e laici, affidandola alla Segreteria locale della F.I.R.
Nove anni dopo, nel 1977, la gestione della scuola passò alla Diocesi.
Nel 1969 eresse parrocchia S. Maria del Carmine (Carmine Nuovo), nel 1970 S. Pasquale, nel 1971 la B.M.V.del Rosario.
Nel 1975 destinò a sede parrocchiale la Chiesa del Monastero e, per l'incompatibilità tra parrocchia e vita contemplativa delle Monache, dette inizio nel 1979 alla costruzione del nuovo Monastero sul suolo del Seminario.
Il 12.6.1979 il S. Padre Giovanni Paolo II, inattuazione delle norme stabilite nel decreto "Christus Dominus" (n. 40), eresse Foggia Sede Metropolitana della Provincia Ecclesiastica della Capitanata e Mons. Lenotti fu insignito del titolo di Arcivescovo Metropolita e, quindi, primo Arcivescovo di Foggia.
Il 23 Ottobre 1980, in vista del 250° anniversario delle apparizioni della Madonna dei Sette Veli, con alcuni Sacerdoti fece la ricognizione del S.Tavolo e ne decise il restauro e l'analisi scientifica presso la Soprintendenza alle antichità di Bari.
L'8 dicembre 1980 inaugurò ufficialmente l'Anno Mariano per l'Arcidiocesi, presentando un ricco programma di iniziative pastorali e culturali, ma non ebbe la gioia di attuarlo: il 28.1.1981 morì a Foggia a causa di gravi disfunzioni cardiache.
La sua salma fu tumulata nella Cripta della Cattedrale il 7 marzo 1981.
Dopo i lunghi anni di governo pastorale di Mons. Farina, circa trent'anni, vengono quelli di Mons. Lenotti, 19 anni, segnati dal grande evento del Concilio Vat.II e dal diuturno impegno pastorale per attuarne norme e riforme.
Personalmente era un uomo schivo di notorietà, sempre paterno e accogliente col clero, che stimava ed amava; umile nel chiedere consigli e pareri prima di ogni rilevante decisione, umile quando subiva... umiliazioni.
Nobile di animo; visse dignitosamente nella povertà.
Nelle sue passeggiate pomeridiane, sottobraccio al custode del Palazzo Vescovile, amava recarsi ora in una parrocchia ora in un'altra.
Interveniva con fermezza per porre fine ad abusi e ad irregolarità.
La cura delle anime, in una città in continua espansione demografica, lo spinse all'erezione di nuove parrocchie, che volle funzionanti, ancor prima che venissero costruite le chiese e relative strutture.
Nonostante siano trascorsi molti anni dalla sua morte, permane intatta la sua memoria di Pastor bonus.