INTERVENTI

Dall'indifferenza alla fiducia

Messaggio nuovo anno 2017

(pubblicato il 01-01-2017)
Immagine di Dall'indifferenza alla fiducia

Dio non è indifferente. A Dio interessa l’umanità e non l’abbandona. Questa verità è seminata nel cuore di ogni uomo, anche se, a volte, nascosta, inconsapevole, inquietante, impensabile. Eppure la vita è comprensibile se in ciascuno c’è qualcosa di incomprensibile, un di più, un sogno, un amore dall’alto. Come il Signore, anche noi non possiamo essere indifferenti.

Una dei più gravi disagi del nostro tempo è la tendenza all’individualismo, a cercare la propria felicità a prescindere da quella degli altri, tenendo le distanze quasi a difendersene. Ciò crea relazioni interpersonali sospettose e impaurite, una vita “a metà”. Esaltare i desideri personali, fare dell’utile il piacere del bene soggettivo, senza considerare che spesso contrasta con il bene dell’altro, con la serenità collettiva, tesse uno stile che ci fa ammalare di diffidenza.

Quante volte chiudiamo il cuore per non prendere in considerazione gli altri, gli occhi per non vedere ciò che ci circonda, o ci allontaniamo per non essere toccati dalle difficoltà altrui. Preferiamo non conoscere i drammi che affliggono il nostro territorio e l’umanità intera.

Purtroppo l’uomo pensa di essere l’autore di se stesso, autosufficiente e non solo si sostituisce, ma vive come se Dio non ci fosse. Ritiene di non dovere niente a nessuno, eccetto che a sé, pretendendo esclusivamente diritti. Non siamo coinvolti, solidali, compassionevoli verso i poveri, anzi invochiamo leggi che possano addomesticarli, renderli inoffensivi e meno fastidiosi. Si preferisce vivere il proprio benessere, una comodità sorda dinanzi a chi manca di istruzione, lavoro e casa, a coloro che hanno perso la dignità.

L’indifferenza si trasforma in diffidenza che è la radice di ogni violenza. Non si cresce in umanità se non insieme. L’altro non mi è nemico né avversario; è un alleato la cui gioia costruisce anche la mia. Alla diffidenza rispondiamo con la fiducia, dimensione del cuore espansivo e aperto che genera gesti e segni di luminosa speranza, iniziando all’interno della famiglia dove coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato e dove gli attriti sono superati non con la prepotenza ma con il rispetto, il dialogo e la misericordia.

Prestiamo attenzione all’uomo, vivendo - come ci ricorda Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace 2017- la piccola via dell’amore praticata da santa Teresa di Gesù Bambino: “non perdere l’opportunità di una parola gentile, di un sorriso, di qualsiasi piccolo gesto che semini pace e giustizia. La fiducia è fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento e dell’egoismo”. Diamo attenzione agli altri, alle parole e ai silenzi, alle domande mute e alle offerte di reciprocità, alle umili cose, alla verità delle relazioni. Diversamente rischiamo una vita addormentata, incapace di cogliere lacrime e profezie, di percepire la carezza di un Dio che ci ama senza stancarsi mai. 

Non è più il tempo di piangersi addosso, rassegnandosi a quella pigrizia che vuole auto preservarsi e preservare le abitudini, da quelle fisiche a quelle mentali e interiori. Un etica di fraternità, infatti, tra le persone non può basarsi sulla logica della paura e della chiusura, ma sulla responsabilità e condivisione. In questo senso l’augurio per l’anno che inizia è di educarci a notare ciò che di bello e buono palpita dentro e attorno a noi: bambini amati e custoditi con tenerezza; persone anziane e malate mai dimenticate; giovani che respirano l’aria pulita dell’onestà e dell’amore; famiglie semplici e operose, lontane da ogni forma di consumismo e violenza. È bello impiegare una parte del proprio tempo visitando persone in situazione di fragilità o assistendo poveri ed esclusi, generando una ricchezza umana inimmaginabile e originando relazioni cariche di gioia.

Nel nuovo anno facciamo nostra la sfida di scoprire e trasmettere la mistica di vivere insieme, mescolarci, incontrarci, prenderci in braccio, appoggiarci, partecipare a questa marea un po' caotica del nostro tempo che può trasformarsi in una sana esperienza di amicizia, in una carovana di solidarietà.

+ Vincenzo Pelvi