OMELIE

Corpus Domini

Omelia di Mons. Ferretti del 01-06-2024

Celebriamo questa sera la solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Questa solennità fu istituita nella seconda metà del secolo XIII a seguito di un miracolo avvenuto a Bolsena. Si racconta di un sacerdote che dubitava della presenza reale di Gesù nell'Eucarestia. Anche un prete non era immune da quello scetticismo diffuso anche nel nostro tempo, che giudica vero solo quello che si può toccare, desiderare, comprare o vendere.

Ebbene, mentre questo sacerdote celebrava la Santa Messa, al momento dello spezzare il pane consacrato, vide che dall'ostia usciva del sangue che si spandeva sul corporale. Possiamo immaginare lo stupore di questo prete di fronte a quel che stava accadendo!

In effetti, fu un prodigio che in quel tempo impressionò tutti moltissimo, lo stesso Papa ne rimase toccato, volle andare a vedere con i suoi occhi, e fu spinto da questo evento miracoloso a istituire una festa particolare, il Corpus Domini, per onorare la presenza reale di Gesù nell'Eucarestia.

Il fazzoletto sul quale si sparse il sangue è venerato ancora oggi nella cattedrale di Orvieto, meta per questo, di molti pellegrini.

Ma se questo miracolo è la causa storica per la festa, le sue vere radici però affondano nell'ultima cena.

Gesù è seduto a tavola con gli apostoli e dona loro il suo corpo e il suo sangue. Questa non è solo la narrazione di una santa cena, è Vangelo, ossia una buona notizia di cui tutti abbiamo bisogno.

Del resto tutte le generazioni cristiane l'hanno vissuta e trasmessa alla successiva, a partire dall'apostolo Paolo il quale, scrivendo ai Corinzi, dice: io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi trasmetto, e ripete la narrazione della santa cena celebrata dal Signore prima della sua passione.

Possiamo immaginare Gesù in quella vigilia della sua passione. Sapeva che stava per morire e che avrebbe quindi lasciato soli i suoi discepoli nel mondo. E sapeva bene quanto fossero deboli, poveri, inesperti; eppure scelse proprio loro per continuare la sua opera di salvezza del mondo.

Sì, quel gruppo di discepoli radunati attorno a quella tavola avrebbe dovuto rappresentarlo nei tempi successivi alla sua morte e risurrezione; dovevano essere il Corpo di Cristo che continuava la sua presenza sulla terra.

E allo stesso modo, oggi il Signore Gesù sceglie noi per rappresentarlo nel mondo. Non pensa Gesù che siamo inadatti, peccatori, e ci consegna una grande responsabilità: quella di fare vedere alla gente attraverso la nostra vita, che Gesù ama gli uomini e le donne del nostro mondo. E chiede a noi quello che chiede agli Apostoli quella sera.

Perché questa fiducia di Gesù? Come quel piccolo gruppo di discepoli poteva essere Gesù stesso nel mondo? Ed ecco l'incredibile mistero di quella sera. Il Signore Gesù prese il pane e disse: "Prendete, questo è il mio corpo"; poi prese il calice del vino e disse: "Questo è il mio sangue versato per molti". In quel pane e in quel vino Gesù stesso si faceva realmente presente.

Perché questo? Gesù lo disse perché chiunque mangiasse quel pane e bevesse quel vino diventasse membra del suo corpo. Gesù non consacrò il pane e il vino perché restassero da parte, perché fossero messi per sempre in un tabernacolo. Non è per questo che Gesù celebrò l'ultima cena.

Gesù istituì l'Eucarestia perché doveva esser cibo che nutriva, perché chiunque ne mangiasse venisse trasformato in maniera così profonda da divenire il corpo di Gesù.

Ebbene, quel gruppo di discepoli, dopo essersi nutrito del pane e del vino consacrati divennero il Corpo di Gesù, il Corpus Domini. Così iniziava la Chiesa.

Questa è l’eucaristia. Il Corpo e il Sangue di Cristo sono per tutti: per i buoni e i cattivi, per i vicini e lontani, i santi e i peccatori. Tutti, tutti, tutti, sono invitati alla mensa del Signore. Per tutti il corpo e sangue di Cristo è salvezza!

La comunione ci protegge dal male, perdona i nostri peccati, ci sostiene nel pellegrinaggio terreno, ci fa essere parte del corpo di Cristo che è la Chiesa, sacramento di unità del genere umano.

Per questo tra poco usciremo in processione per le strade della nostra città con solennità. Perché la presenza reale di Cristo nell’ostia consacrata sia visibile benedizione e salvezza per tutti.

Al suo passaggio, come per le città della Palestina nel suo tempo terreno, gli uomini e le donne ricevono la visita del Signore. I malati trovano sollievo, i poveri giustizia e a tutti è annunciata la buona novella.

Non priviamoci mai sorelle e fratelli della Santa Comunione, riceviamola accostandoci con timone e gratitudine. Preghiamo per la Chiesa, per mondo, per la pace.

Canta la liturgia bizantina dopo la comunione: “Abbiamo visto la vera luce, abbiamo ricevuto lo Spirito celeste, abbiamo trovato la vera fede, adorando la Trinità indivisibile, poiché essa ci ha salvato”.

E questo accade anche noi questa sera e sempre nell’eucaristia. Per questo con fede adoriamo il corpo e sangue di Cristo, lo riceviamo nella comunione e portiamo alla nostra città.