INTERVENTI

La crisi del matrimonio concordatario

Saluto introduttivo al Convegno dell'Ordine degli Avvocati

(pubblicato il 25-03-2017)
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Saluto introduttivo al Convegno “La crisi del matrimonio concordatario”

Foggia, 25.03.2017

Un cordiale saluto a tutti voi che partecipate a questo significativo evento di riflessione sulla “crisi del matrimonio concordatario”. Il mio deferente pensiero va alle Autorità civili e militari presenti e, in particolare, all’Ordine degli Avvocati di Foggia, sempre attento a che il bene comune sia perseguito, tutelato e affermato, come espressione di autentica responsabilità. Un grazie di cuore alla Dott.ssa Silvana Sinigaglia, per l’invito rivoltomi, al Vicario giudiziale della Diocesi di Foggia-Bovino, Mons. Mario Cota e al Sac. Alfonso Celentano, referente diocesano in re matrimoniale. Esprimo particolare gratitudine agli illustri relatori, la cui esperienza evidenzia quella necessaria sintonia tra Diritto civile e Diritto canonico così intensamente auspicata dai recenti interventi del Magistero di Papa Francesco. A nessuno sfugge che il matrimonio contratto dai fedeli cattolici è per norma generale regolato dal Diritto Canonico (cf. can. 1059 CJC). Per i cattolici italiani la disciplina generale è integrata dalle disposizioni di Accordo di revisione del Concordato Lateranense, stipulato il 18 febbraio 1984, tra l’Italia e la Santa Sede (cf. in particolare art. 8 dell’Accordo e n. 4 del Protocollo Addizionale). Tali disposizioni, mentre riconoscono la competenza della Chiesa circa il matrimonio dei cattolici e assicurano la libertà della giurisdizione in materia ecclesiastica, fanno salva la competenza dell’autorità civile circa gli effetti puramente civili del matrimonio medesimo. La recente riforma del processo canonico circa le novità matrimoniali, emanata con Motu proprio di Papa Francesco, Mitis Iudex Dominus Iesus, a cui va la nostra gratitudine, ribadisce quella dimensione che promuove l’inserimento della sfera giudiziale nell’ambito della “pastorale matrimoniale diocesana unitaria”. A tale proposito, è bene richiamare la Nota della Conferenza Episcopale Pugliese, in data 7 dicembre 2015, che si impegna a rafforzare le strutture delle diocesi così da rendere ancora più efficace “l’indagine pregiudiziale o pastorale”, richiesta dalla riforma pontificia. L’efficace impegno degli uffici di pastorale familiare, unitamente ai consultori operanti nelle singole circoscrizioni diocesane (vedi “Il Faro” a Foggia), stanno facilitando l’attuazione della recente riforma, al fine di accogliere e accompagnare le coppie che vivono esperienze coniugali ferite o fallite a intraprendere, qualora ne ricorrano le condizioni, la via giudiziaria in uno dei tre itinerari contemplati dalla normativa vigente (Ordinario, Documentale o Brevior). Quanto alla dimensione più strettamente giudiziale, stante il canone 1673 § 2 MI, la Conferenza Episcopale Pugliese ha deciso di affidarsi al Tribunale Ecclesiastico Regionale, che, data l’esperienza e la competenza maturata nel corso di una storia pluridecennale (iniziata nel 1939), può garantire la più compiuta attuazione di quanto previsto dalla recente normativa pontificia. Certo, resta ferma la necessità di tutelare in massimo grado la verità del sacro vincolo, favorendo non la nullità dei matrimoni, ma la celerità dei processi. L’odierna Giornata di studio sui profili sostanziali e processuali tra ordinamenti, mi offre la possibilità di esprimere sincera gratitudine a quanti, con discrezione e laboriosità, operano per tutelare e promuovere la serenità di tante famiglie. A voi e a tutti gli operatori della giustizia, la mia personale e grata riconoscenza. Mentre rinnovo il grazie per la qualificata presenza, auguro buon ascolto.

Vincenzo Pelvi