OMELIE

Maria presso la Croce

Omelia di Mons. Ferretti del 05-04-2016

Omelia nella Solennità della B. Vergine Maria Iconavetere
Cattedrale, 5 aprile 2016

«Stavano presso la croce di Gesù sua madre» (Gv 19,25). Il significato della croce nella vita cristiana viene efficacemente espresso dall’evangelista Giovanni con la figura di Maria, madre che patisce con il figlio, Uomo dei dolori. Nella narrazione teologica della morte di Gesù, Maria è in piedi presso la croce per indicare che ella liberamente e volontariamente è accanto al figlio, discepola crocifissa col maestro. Ancora oggi tante madri, ferite dal dolore, stanno presso la croce di Gesù. A ciascuna, come a Naim, Gesù rivolge lo sguardo e l’invito a non piangere.

Il nostro mondo sembra uno scenario di dolore raggrumato nell’animo di ogni madre, da cui Gesù allontana la disperazione, l’angoscia, la solitudine. Gesù è accanto alle mamme, che hanno sempre bisogno di chiedere qualcosa per i figli. Penso alla mamma dei figli di Zebedeo oppure alla cananea che chiede briciole di miracolo ai piedi della tavola. Nel vangelo si racconta di mamme povere e ricche, virtuose e peccatrici a cui Gesù sembra non badare, se non soccorrendo i propri figli.

Incarnandosi, il Signore ha rinunciato a tutto tranne che ad avere una madre, nutrirsi del suo latte e crescere con le sue carezze. Eppure di Maria, madre di Gesù, raramente ne parla il vangelo: a Betlemme, nel tempio, alle nozze di Cana, al calvario dove la spada le trafigge il cuore. In quell’ora dolorosissima, Gesù si nega il conforto di chiamare Maria, madre. Ella riceve da lui, quasi una seconda annunciazione: «donna ecco il tuo figlio» (Gv 9,26). Chiama Maria donna, perché l’unico bene che aveva, sua madre, prima di morire lo ha donato a noi.

Il cristianesimo è la religione della maternità. Finché ci sarà una madre sulla terra, Cristo sarà amato. Eppure come afferma un antico detto, sulla maternità ci sono strade che non bisogna prendere, ponti che non bisogna attraversare, possibilità che non bisogna cogliere, perché c’è sempre il rischio di essere ingannati. E qui il riferimento al grande numero di aborti nella nostra città, particolarmente da parte di adolescenti, oppure al dramma che si profila all’orizzonte della maternità surrogata dove si commissiona la confezione di una creatura umana con regolare contratto commerciale. Soldi, affari e profitto non hanno molto a che fare con la logica della fede, della vita e dell’amore. Ogni nascita rimette al mondo il mondo.

Tra Gesù e le mamme, possiamo immaginare un segreto che né gli angeli né gli uomini conoscono.

Santa Maria, madre di Dio,

prega per noi presso la croce

con il tuo cuore materno

custodisce le nostre famiglie

proteggi i giovani e i bambini,

consola quanti soffrono.

Fa che il nostro popolo spalanchi il cuore a Cristo,

speranza del mondo.