PARROCCHIE

S. Ciro

comune: Foggia (zona: Foggia - Nord)

Informazioni utili

Parroco: Mons. Antonio Sacco
Indirizzo: Via Settembrini, 21
Telefono: 0881612706
Altri dati:

Orari Sante Messe

Feriale: 19:00
Prefestivo: 19:00
Festivo: 09:00 19:30
Note:

Scheda Storica

Notizie storiche
Aldilà della vecchia circonvallazione nel territorio delimitato da Viale Ofanto, Via Ascoli e Via Napoli, sul tratturo Foggia-Camporeale, agli inizi degli anni cinquanta si verificò un incremento edlizio e demografico tale da interessare inzialmente il Vescovo, Mons. Giuseppe Amici, circa l’assistenza spirituale agli abitanti del nuovo rione.
Il suolo su cui costruire il nuovo complesso parrocchiale (Chiesa - canonica - locali per le attività pastorali e campo sportivo) fu donato dalle sorelle Rosa e Giulia Figliolia, già benemerite per altre elargizioni a scopo benefico, pastorale ed educativo.
Il progetto del nuovo complesso parrocchiale intitolato a S. Circo M.E.M., fu redatto dall’Arch. Umberto Marchiafava di Roma e approvato dalla Pont. Commissione di Arte sacra.
Il 28.6.1957 Mons. Paolo Carta, partecipi autorità e fedeli accorsi numerosissimi, benedisse la prima pietra. In quello stesso anno l’Impresa edile Ing. Antonio Gentile, sotto la direzione dell’Arch. Pio Ulivieri, dette inizio ai lavori, finanziati dal Ministero Opere Pubbliche (legge 18.12.52 n. 2522).
Il locale destinato ad asilo parrocchiale (a sinistra guardando la facciata della Chiesa), appena terminato, fu utilizzato per l’attività liturgica e pastorale da D. Gaetano Chiariello, incaricato della cura pastorale del rione.
La consegna ufficiale dei lavori al rustico avvenne alla fine del 1958. Al completamento della Chiesa dovette pensarci D. Gaetano, sobbarcandosi il gravoso impegno di procurare tra fedeli e benefattori quanto sarebbe occorso per la pavimentazione della Chiesa e per gli intonaci interni. Grazie alla sensibile e generosa partecipazione dei fedeli e di anonimi benefattori, la Chiesa, resa agibile e decorosa, potè aprirsi al culto con la consacrazione dell’altare maggiore e la benedizione da parte di Mons. Carta.
Con bolla del 16.5.1959 lo stesso Mons. Carta erigeva la nuova parrocchia intitolata a “S. Ciro Medico e Martire”. In quella stessa data D. Gaetano Chiariello fu nominato Parroco, che esercitò il suo ministero con indicibile zelo e con la generosa offerta della sua inguaribile malattia, che lo condurrà alla morte nel giugno del 1961.
Per un paio di giorni, dal 28 al 30 giugno del 1961, D. Giuseppe Meresse, già Vice Parroco di S. Ciro dal 10.8.1960, resse la Parrocchia come Vicario Economo.
Il 30.6.1961 fu nominato Parroco D. Nicola Cavotta, cugino di D. Gaetano Chiariello. Il ministero pastorale di D. Nicola durerà oltre trentuno anni, caratterizzato particolarmente dall’attenzione generosa verso i poveri e i malati. Fiorenti le associazioni degli adulti e dei giovani di Azione Cattolica. Aperto alle novità dei movimenti ecclesiali, ma anche alle esigenze sportive e ricreative dei giovani della Parrocchia e della Città, offrì loro la disponibilità del campo di calcio. Curò un rapporto fraterno con i Missionari Comboniani che hanno sede a Troia: ogni anno, oltre quella mondiale di ottobre, si celebrava in Parrocchia la giornata missionaria per raccogliere offerte per le missioni dei Padri Comboniani e questi si disobbligavano offrendo la loro disponibilità col ministero delle Confessioni nella mensile liturgia penitenziale, a cui numerosissimi partecipano i fedeli. D. Nicola concluse la sua vita il 2.1.1993, colpito da infarto, mentre era in pellegrinaggio in Terra santa.
L’incremento vertiginoso del rione sotto l’aspetto abitativo e demografico e la partecipazione dei fedeli sempre più numerosi alla Liturgia domenicale suggerì a D. Nicola l’urgenza di provvedere la Chiesa di altri banchi, fatti confezionare in loco. Provvide alla carenza di campane con l’installazione di un impianto elettronico suppletivo. Il 1°.5.1970, per via di ulteriori integrazioni, fu finalmente concluso e definito l’atto di donazione del suolo alla Parrocchia da parte delle sorelle Rosa e Giulia Figliolia (con atto Notar Nicola Pepe).
Nel 1971 la Ditta edile Mauro Sergio Brattoli, su disegno del Prof. Giuseppe Zaccheria, realizzò la trasformazione del presbiterio secondo le nuove norme liturgiche: rivestimento di mattoni della parte centrale della parete absidale, erezione di due vele in muratura leggermente convergenti verso il centro dell’abside, nuova pavimentazione del presbiterio, nuovi l’altare e la sede del celebrante e dei ministranti, nuovi l’intonaco graffiato e la dipintura delle pareti del presbiterio.
A completamento dell’opera muraria vi sono quelle realizzate dal prof. G. Zaccheria, direttore artistico della Ditta CAMPER di Atri (Teramo): tabernacolo con elementi decorativi simbolici collocato sul pannello a sinistra guardando l’altare, Crocifisso in lamine di ferro lavorato, collocato al centro dell’abside, due leggii in legno ai lati del presbiterio, vetrate istoriate dell’area absidale, raffiguranti i quattro Evangelisti. Tutta l’opera fu portata a termine nel novembre del 1971 e finanziata dalle generose offerte dei parrocchiani.
Dopo la morte di D. Nicola Cavotta e la breve parentesi di governo della Parrocchia da parte di D. Mario Marchese come Amministratore parrocchiale, furono il 24.6.1993, nominati Parroci “in solidum” D. Donato Coco, D. Mario Marchese e D. Gennaro Paglia, che nel triennio del loro ministero dovettero, aldilà dei compiti pastorali, far fronte alla necessità di rinnovare radicalmente tutto l’impianto elettrico e di illuminazione della Chiesa e dei locali annessi e tutto il sistema di riscaldamento, lavori affidati dal marzo al novembre 1994 alla Ditta Elettroimpianti Di Paola Carmine di Foggia sotto la guida dei progettisti Ingg. L. Botticelli, M. Colabella e Arch. M. Stasolla, mentre, nel tempo a seguire i lavori relativi al rinnovo dell’impianto di riscaldamento a gasmetano conclusi nel 1996 (la Chiesa è riscaldata da una serie di termovettori collocati lungo il perimetro delle navate laterali e nel presbiterio) affidati alla Ditta Clima Impianti S.R.L. di Foggia, progettista e Direttore dei lavori Ing. Carmine Lisi. Tutto ciò mentre erano in corso altri lavori ( dal 1993 al 1996) relativi alla ristrutturazione della canonica e dei locali destinati a sacrestia a segreteria e ufficio del Parroco realizzati dall’Impresa Colecchia-Sireno sotto la direzione dell’Ing. Antonio D’Addario, al rinnovo dell’impianto autoclave e di quello di amplificazione in Chiesa. Alla realizzazione di detti lavori concorsero i Parroci, i fedeli e anonimi benefattori e in minima percentuale anche la Diocesi.
Allo stato attuale urgono i lavori per la riparazione dei tetti e del rinnovo degli intonaci nelle parti rovinate da infiltrazione di acqua piovana e la ridipintura di tutta la Chiesa.
Il culto dei foggiani a S. Ciro Medico Eremita e Martire iniziò nel 1875, quando Mons. Geremia Cosenza ebbe in dono da P. Michelangelo D’Atri alcune reliquie del Santo, a sua volta ricevute da tale Leopoldo De Cesare, nobile napoletano che fino ad allora le custodiva nella Cappella domestica. Le reliquie del Santo furono destinate alla Chiesa del Sacro Terz’Ordine di S. Francesco, sita accanto alla Chiesa di Gesù e Maria. I soci del Terz’Ordine eressero un altare in onore del Santo e acquistarono una statua raffigurante S. Ciro seduto in meditazione ed esposero le sacre reliquie al culto pubblico. Da allora l’Oratorio del Terz’Ordine fu volgarmente chiamato Chiesa di S. Ciro. Estinto il sodalizio e rendendosi necessaria la realizzazione del Convento per i Frati di Gesù e Maria (il terzo in ordine di tempo, giacché il primo e il secondo furono sequestrati ai Frati per le leggi eversive napoleoniche e dello Stato Unitario), Mons. Farina decise di far demolire l’Oratorio o Chiesa di S. Ciro. Nel 1949, prima che iniziassero i lavori di demolizione, Mons. Farina stabilì che gli altari in marmo fossero impiantati nella Chiesa di S. Domenico al posto di quelli in muratura e che le Reliquie e la statua di S. Ciro venissero ivi venerate.
Quando nel 1959 fu costruito il nuovo complesso parrocchiale, su Via S. Pellico, Mons. Paolo Carta volle che la Chiesa fosse intitolata a S. Ciro, Protettore dei medici e degli infermi, e l’antica statua e le Reliquie del Santo da S. Domenico furono portate nella nuova Chiesa.