INTERVENTI

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente

Messaggio alla GMG diocesana

(pubblicato il 08-04-2017)
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Che Dio sia potente, nessuno di quelli che credono lo nega. Ma che Egli sia potente per operare in noi cose sue, non è altrettanto facile ammetterlo, per noi. Ci garba troppo l’uomo che-si-fa-da-sé. Vedi come ci piace quel piccolo prefisso che cacciamo dovunque: autonomia, autocoscienza, autogestione, autodecisione: è la defini­zione preferenziale dell’umano oggi, a partire dai nidi d’infanzia fino alle aule dell’università. Lo chiamiamo farsi adulti. Così la frase di Maria ci coglie di sorpresa, anzi ci scon­certa. Un adulto va cauto nell’ammetter interferenze den­tro il suo «farsi»; non che questo «farsi» che rimane una fierezza, e anche Dio deve adeguarsi – pensiamo – a noi, così poveri e orgogliosi. Maria procede sulla via dell’abbandono all’azione di Colui che ella chiama, e lo è e lo rimane, l’Onnipotente. Pic­coli, poveri, ecco una grande misura d’uomo che l’an­tropologia non ci insegna ancora abbastanza; piccoli e poveri ma non per essere «umiliati e oppressi», dal primo che passa, bensì per essere sollevati da Dio. È questo che Egli vuol fare: «ero per loro come chi solleva un bambino alla sua guancia» (Os 11, 4). L’adul­to non si sottopone volentieri a questa tenerezza: egli preferisce patire da solo, non cercare l’affidamento a Dio, giudicando da lontano la religione come un ostello per dementi; e così, in no­me della dignità solitaria, conosce e percorre sentieri straordinariamente poco dignitosi: «fornicazione, liber­tinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordie, di­visioni, orge» (Gal 5, 19-20).

Rifarsi piccolo (non infantile) è la strada per ritrovare l’altra grandezza, quella vera, che discende da Dio. Ecco per­ché tu ascolti e intimamente assapori la verità delle pa­role di Maria.

Maria, grandissima, non è «adulta» secondo il mon­do; non è «scaltra» a misura di tenebre, non gioca a «potere», non vuole sapere già tutto, accetta le inizia­tive di Dio e da lui si lascia fare. A Dio lo diciamo continuamente: «sia fatta la tua volontà» (Mt 6,10): poi le parole ci girano in bocca e noi ricominciamo a costruirci da noi secondo i nostri desideri, le ambizioni, le nostre brevi speranze di felicità. Maria si fida di Dio. Continua a essere l’umile donna quotidiana che fa con cura le piccole cose e non pretende miracoli che la sollevino dalle fatiche terrene; ma sa. Nel mondo che ci siamo costruiti noi, credendo di sapere, tutto vacilla. La Vergine delle «grandi cose» fatte in lei da Dio non è ansiosa e insonne: canta la sua pace. Piccolezza che sa «a chi ha creduto» (2 Tim 1,12). Allora confrontiamoci. Sei un ansioso? E lo attribuisci alle «molte cose»? Ebbene, diventa sincero con te stesso e attribuiscilo non alle molte cose ma alla tua poca abitudine di abbando­narti a Dio. Sei un presuntuoso? Fai da te solo la tua vita? Allora bada che prima o poi ti distruggerai. Sei troppo adulto? Stenti a trovare la tua piccolezza davanti a Dio? Ritirati allora nel silenzio, lascia i tuoi soliti ra­gionamenti, cerca la confusione davanti all’Onnipotente, e ti verrà la vera luce interiore. E chiedi di tornare pic­colo come un bambino. Grandi cose…quando il sogno dei 14 anni ha fatto pronunciare quel sì così generoso, che ti ha reso follia agli occhi dei potenti; grandi cose…quando il tuo sorriso di ragazza ha sentito pulsare in sé i battiti della vita e hai creduto che nulla è impossibile a Dio; grandi cose… quando dinanzi al timore ti sei chiesto perché aver paura di Dio. Cosa temere se non amore? Facci gustare con te, Vergine santa, per il bene di tutti, l’efficace potenza dell’Onnipotente e daremo calore e colore alla storia tormentata dei nostri giorni.