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Questura e Arcidiocesi insieme a tutela dei minori

Al via gli incontri tra Polizia e catechisti, interlocutori privilegiati per prevenire gli abusi sui minori

(pubblicato il 14-02-2011)
Immagine di Questura e Arcidiocesi insieme a tutela dei minori




Il Protocollo d’intesa, stipulato tra la Questura di Foggia e l’Arcidiocesi Foggia-Bovino, continua a fiorire di attività ed iniziative a favore dei minori in situazioni di disagio e di vera e propria emergenza. Giovedì scorso, infatti, è stato realizzato un interessante incontro tra le Istituzioni e i catechisti diocesani, che, con il loro pregevole lavoro, svolgono un importante funzione educativa. L’aula magna della caserma “Miale” (ex Scuola di Polizia), sede del momento formativo, era molto affollata, decretando, in tal modo, il successo dell’iniziativa finalizzata alla prevenzione e al contrasto dei casi di abuso sui minori. Infatti, gli educatori dei centri parrocchiali sono degli  interlocutori privilegiati, che, con la loro professionalità e sensibilità, riescono a raggiungere in modo capillare molti bambini e giovani.



Erano presenti il Vicario Generale della Diocesi di Foggia-Bovino, mons. Filippo Tardio; il responsabile Ufficio Catechisti, mons. Vincenzo Identi; lo psicologo della Polizia di Stato, Giovanni Ippolito; il responsabile dell’Ufficio Minori e Sostituto Commissario, Alfonsina De Sario, il Sostituto Commissario della Polizia Postale, Di Gioia e l’Assistente Capo dell’Ufficio Minori, Vitrani Nicola.



Mons. Tardio, durante l’incontro dopo aver portato i saluti dell’Arcivescovo, ha sottolineato quanto sia importante un’adeguata formazione per dare risposte concrete e adeguate al problema degli abusi. Ecco perché, “il Protocollo d’Intesa è un’occasione di collaborazione e sinergia” in grado di mettere in rete le reciproche competenze: quelle degli operatori della Polizia e quelle dei catechisti. Questi ultimi, secondo il Vicario, sono gli “agenti” della Diocesi e conoscono bene e da vicino le problematiche legate al fenomeno. “Se riuscissimo ad eliminare anche una sola lacrima dal volto di un solo ragazzo… avremmo fatto un ottimo lavoro”, con queste commoventi parole, ha concluso il suo intervento mons. Tardio.



Negli orientamenti pastorali “Educare alla vita buona del Vangelo”, ha spiegato mons. Identi, si parla di “alleanze educative” e, in questo senso, il Protocollo d’Intesa è una vera e propria “alleanza”. “Siamo pieni della speranza che nasce dall’incontro con il Risorto” ha affermato con gioia il responsabile dell’Ufficio Catechisti.



La responsabile dell’Ufficio Minori, Alfonsina De Sario, ha spiegato durante il suo intervento le tecniche di intervento della sua equipe di lavoro, specificando che ciò che caratterizza l’Ufficio “è la celerità dell’intervento”. Per la dottoressa, inoltre, è fondamentale nel proprio operato porre al centro la famiglia e la scuola. Infatti, il 30% degli interventi delle volanti riguardano liti di coniugi per questioni legate ai figli e alla prole. Ed ecco perché è stato creato uno sportello virtuale per avvicinare più facilmente i giovani, che attraverso questo servizio potranno trovare aiuto, accoglienza e supporto in modo più diretto e più vicino alle loro abitudini.



Dopo una prima introduzione all’argomento, ha preso la parola lo psicologo, Giovanni Ippolito, che ha riportato all’uditorio una serie di dati sul fenomeno (elaborati da Telefono Azzurro) e si è soffermato sugli indicatori fisici e comportamentali che fanno ipotizzare un abuso o una condizione di disagio. La maggior parte degli abusi sono di tipo fisico (32,5%) e psicologico (34,5%). Il 60% degli abusi avviene in famiglia (1 caso su 3 riguarda maltrattamenti fisici). Gli indicatori di maltrattamento che devono far suonare la “sveglia” possono essere così sintetizzati: segni fisici, segni comportamentali (ostilità nei confronti dell’autorità, aggressività, passività, attaccamento indiscriminato agli estranei). Lo psicologo, inoltre, ha spiegato che quando si ascolta un bambino che parla di un abuso non bisogna far trapelare le proprie emozioni o il proprio pensiero: ciò potrebbe inibirlo o, addirittura, impaurirlo.



 



Monica Gigante