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La Parola della Domenica - II Domenica di Quaresima

Riflessioni sulle letture proposte dalla liturgia domenicale a cura di padre Valter Arrigoni, monaco diocesano

(pubblicato il 20-03-2011)
Immagine di La Parola della Domenica - II Domenica di Quaresima




Trascrivo all’inizio di questa riflessione sulle letture della seconda domenica di Quaresima, perché possa essere utilizzato anche durante la liturgia, un inno di Quaresima della comunità monastica di Bose. Mi piace perché a mio parere coglie l’essenza dell’itinerario quaresimale e soprattutto in questa domenica l’essenza della Parola di Dio e del Signore che ci viene donata.



 



Ascolta e ricorda Israele



Dio ti guida al deserto



È lui che con braccio potente



Ha aperto nel mare una strada ai tuoi passi.



 



Tralascia gli appoggi di un tempo



Trova in Dio la pace



È lui che ti prova nel fuoco



Perché nel suo Nome sia saldo il tuo cuore.



 



Di là dal deserto il tuo Dio



Vuole condurti al riposo



Per lui segno eterno sarà



Il sangue versato per te quella notte.



 



Riprendi il cammino Israele



Verso il regno promesso



Su te per lo Spirito splende



La gloria del Figlio che scende dal Padre.



 



Domenica scorsa, la prima del cammino di Quaresima, ci siamo incontrati faccia a faccia con la diffidenza, la sfiducia, il non abbandonarsi a JHWH di Eva, di Adamo e dell’umanità intera. Abbiamo sentito il dubbio sull’autentico amore paterno di Dio verso suo Figlio Gesù (è questo il vero significato delle parole “se tu sei Figlio di Dio” cioè “se Dio è davvero tuo Padre farà questo …, non ti farà soffrire, ti verrà incontro”). Questa domenica ci troviamo di fronte la provocazione opposta a quella di domenica scorsa cioè quella del fidarsi, dall’abbandonarsi talmente ciecamente da lasciare le sicurezze per iniziare un cammino nuovo della vita. Nella prima lettura ascoltiamo la vocazione di Abramo. Anzitutto bisogna avere ben chiaro che Abramo non conosce assolutamente il Dio che gli parla, non sa di chi sia quella voce. Gli viene chiesto quello cui neppure noi che conosciamo Dio ed il suo amore siamo pronti a concedergli. La voce della divinità sconosciuta gli comanda “vattene dalla tua terra,dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre”. La terra sta ad indicare la sicurezza economica, i beni che si possiedono (ed Abramo era ricchissimo!). La parentela significa la famiglia, la sicurezza affettiva. “La casa di tuo padre” è la propria appartenenza, la propria storia, le radici del nostro essere, il ruolo sociale. In poche parole ad Abramo viene chiesto di lasciare tutto. L’uso del tempo presente oltre a significare il comando indica anche la totalità dell’adesione, dell’obbedienza. Non c’è il tempo per pensarci, per riflettere, per decidere. La realizzazione della promessa, che questa misteriosa e sconosciuta, per Abramo, divinità è espressa invece al futuro. Tempo incerto;forse neppure ci sarà; appartiene ad un altro e non a me che vivo ora e qui, nel presente. Io so per certo che esiste solo il presente perché è l’unico tempo nel quale posso operare. “Vattene verso la terra che io ti indicherò.” Abramo in questa pagina della Bibbia si comporta come Giuseppe, lo sposo della vergine Maria “Allora Abram partì”. Senza dire una parola, senza discutere, senza chiedere nessuna prova, nessuna caparra, nessuna certezza. Come molto tempo dopo accadrà a san Giuseppe, anche lui uomo del silenzio obbediente. Gli apostoli Pietro, Giovanni, Giacomo sono chiamati da Gesù, lasciano tutto e lo seguono. Anche in questo racconto della Trasfigurazione è chiesta loro la fatica dell’uscire dal villaggio, del salire sul monte, del seguire Gesù. Così anche a noi è chiesto di fidarci assolutamente, totalmente, perché chi ci chiede la fiducia è Dio stesso. Ma la fiducia vuol dire entrare nel deserto del silenzio, della solitudine, dell’ascolto, della povera essenzialità. Anche a noi viene chiesto attraverso le tre colonne del cammino quaresimale, preghiera, penitenza, carità, di vivere di fede. Alla fine del cammino di Abramo c’è il figlio tanto atteso. Alla fine della salita al monte degli apostoli c’è la Trasfigurazione. Al termine del nostro esodo quaresimale nel deserto c’è la Pasqua della risurrezione di Gesù.



 



Proposte per la celebrazione



 



Dopo la comunione si può leggere l’inno della comunità di Bose che trovate all’inizio della meditazione e che parla del deserto e del coraggio di lasciare tutte le sicurezze.



 



Padre Valter Arrigoni



Monaco diocesano