INTERVENTI

Messaggio per il Natale

Messaggio dell'Arcivescovo per il Natale 2018

(pubblicato il 22-12-2018)
Immagine di Messaggio per il Natale

Chi di noi, a pranzo, non sente l’amarezza, al pensiero di coloro che non hanno da mangiare oppure, al caldo della propria stanza, non corre con la mente alla carovana dei rifugiati e dei senza fissa dimora? Se, poi, facciamo un viaggio nel guardaroba, quante paia di scarpe ci sono e non usiamo e quanti abiti indossiamo solo annualmente?



Continuiamo a comprare “cose”, a spendere più di quello di cui abbiamo bisogno, a sciupare senza fare nulla per coloro che non hanno da contraccambiare. Stiamo chiudendo gli orecchi al grido inascoltato dei vicini, degli stessi abitanti del condominio. Eppure è forte l’urlo di bambini ammalati e denutriti, di giovani disorientati e spenti, di famiglie senza casa, di anziani abbandonati, di fratelli fuggiti dalla loro terra che respirano paura e rifiuto. Stiamo forse diventando una Chiesa e una Città dall’animo impermeabile, che sta disfacendo l’identità di una storia di ricca e amichevole condivisione. Non possiamo permetterci di sostituire la dignità umana con il dominio del consumismo, moderna e subdola dipendenza che ha contagiato tutti e resta una malattia in grado di incattivire e incatenare la generosità del cuore.



In un territorio complesso ma significativo come il nostro, vale la pena costruire relazioni di solidarietà con tanta brava gente che ogni giorno sceglie il coraggio del dono al calcolo e alla speculazione. Avere tutto dalla vita non è sempre una fortuna. La realtà non può essere condizionata dall’agenda politica (populismo o no, crisi economica…), ma dalla comune convinzione che ci siamo necessari e i poveri non possono scomparire dal vocabolario della vita. Dove sono le nostre intelligenze, le passioni per i diritti di ogni uomo e di tutto l’uomo, sempre più ferito da solitudine, disuguaglianza e risentimenti?



Purtroppo il consumismo sta svuotando l’anima della Chiesa e della Città. Esso resta una menzogna che tende a contraffare la verità. Il vero pericolo sta non tanto in chi contrappone il falso al vero, ma in chi sostituisce il reale con il fittizio. Come uscire da questo inganno? Educandoci con determinazione alla sobrietà, ad impegnare i soldi per ciò che davvero è importante (cibo, casa, salute, istruzione) e non per un effimero godimento. Il lusso, la vanità, il piacere, il divertimento, la mondanità sono idoli che incattiviscono e dividono. Se un cittadino su quattro è in uno stato di povertà e di miseria, non possiamo tollerare – non saremmo credibili come battezzati – una suggestione mondana e festaiola che si fa collettiva, una febbre dei sensi che diventa virale, una vita gaudente come ideale.



Il Natale invita a rinnovate scelte di sobrietà da diffondere e condividere, anche a rischio di impopolarità. L’augurio è che, con l’aiuto di Dio, impariamo a sapere ciò che conta davvero, trovando un giusto equilibrio tra il comparire e il non esibirsi, per essere persone dal cuore libero, che niente e nessuno può comprare o degradare.



 



† Vincenzo Pelvi