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Le mani nel piatto dei poveri

In merito alla triste vicenda del furto avvenuto nella sede della Caritas diocesana, riportiamo l’editoriale di denuncia apparso sull’ultimo numero del settimanale “Voce di Popolo”.

(pubblicato il 11-02-2011)
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Siamo indignati per quello che è accaduto, qualche giorno fa, alla sede della Caritas Diocesana di Foggia.



Persone senza scrupoli hanno approfittato dell’oscurità della notte per arrampicarsi sull’impalcatura della Cattedrale, camminare sui tetti, ed arrivare fino ad una finestra d’ingresso dello storico condominio di via Campanile. Hanno distrutto porte, cancelli, muri e si sono portati via la cassaforte che stava nella presidenza della Caritas, proprio accanto alla scrivania di quella donna semplice e straordinaria che è Maria Tricarico.



Una stanza che conosce centinaia, forse migliaia, di vicende tristi di nostri concittadini.



Il bottino, di qualche migliaio di euro, è sicuramente inferiore ai danni provocati alla struttura.



E fin qui solo la desolante cronaca.



Il fatto che è accaduto, però, al di là dell’odioso reato, ha dei connotati di carattere etico che rasentano il disgusto. Quei soldi rubati, e quegli euro che serviranno per rimettere in ordine la struttura, sono stati tolti ai poveri.



E sottrarre a chi già non ha niente ha il sapore dello sfregio, dell’offesa pure e semplice ai “più piccoli”. Un pugno a coloro che questa società emargina e che questa economia schiaccia.



Foggia, dunque non è diventata soltanto la città delle rapine a supermercati e tabaccherie, dei furti negli appartamenti o degli scippi a donne sole in macchina. Ora addirittura si è arrivati a mettere le mani nel piatto nei poveri. E questo è semplicemente vergognoso, per usare un eufemismo.



Non ci aspettiamo che questi biechi figuri facciano un passo indietro restituendo il maltolto, o che qualcuno che ha visto denunci alle forze dell’ordine il tutto.



Vogliamo però dire che siamo stanchi di vedere il declino di questa meravigliosa comunità. Una città che lentamente sta scivolando nel baratro. Alziamo la testa tutti, fino a quando siamo ancora in tempo.



Damiano Bordasco