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"Il Vangelo della Carità": l'ultima Lettera Pastorale dell'Arcivescovo

E' stato mons. Nozza, Direttore Caritas italiana, a presentare il documento nella chiesa di San Ciro

(pubblicato il 25-02-2011)
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“Guardando la nostra società riteniamo che l’emarginazione prodotta da condizioni economiche precarie, da handicap fisici o psichici, dalla tossicodipendenza, dalle situazioni di emarginazione vissute dai minori e giovani in condizioni di disagio, dalle persone immigrate, in particolar modo da donne immigrate, dagli anziani, siano quelle alle quali dobbiamo prestare maggiore attenzione”.



È questo uno dei passaggi più importanti della Lettera Pastorale dell’Arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino, mons. Francesco Pio Tamburrino, “Il Vangelo della Carità: eredità e impegno della Chiesa”.



La Lettera è stata presentata all’intera comunità diocesana venerdì scorso presso la chiesa di San Ciro a Foggia. Ad introdurre l’evento il Vicario Generale, mons. Filippo Tardio, che ha sottolineato l’alto valore educativo e formativo dell’incontro. “L’iniziativa non è e non vuole essere un evento puramente celebrativo e, di conseguenza, sterile, ma un evento che si inserisce in un cammino di normalità”, solo così, secondo il Vicario, sarà possibile declinare nella nostra concreta quotidianità le indicazioni contenute nel documento dell’Arcivescovo.  



“La Lettera Pastorale ci aiuta a stare dentro un cammino di carità”, con queste chiare e dirette parole apre la sua relazione mons. Vittorio Nozza, Direttore della Caritas Italiana, invitato ad illustrare i contenuti de”Il Vangelo della carità: eredità e impegno della Chiesa”. Il documento, ha spiegato mons. Nozza, è suddiviso in due parti. La prima parte verte sul nostro patrimonio di carità e, dunque, sulla sua eredità; la seconda parte, invece, si concentra sulla dimensione dell’impegno, indispensabile per esercitare coerentemente la carità nelle nostre vite. Ripercorrendo i passaggi cruciali del testo, il Direttore della Caritas, ha posto l’accento su una meravigliosa immagine dei poveri tratteggiata dal nostro Arcivescovo: i poveri sono insieme evangelizzati ed evangelizzatori, perché non solo sono raggiunti dal Vangelo della carità, ma ci stimolano ed incoraggiano a vivere secondo le meravigliose ed ispiranti parole di questo Vangelo.



La prima parte del documento è importante, ha spiegato mons. Nozza, perché sottolinea la straordinaria e pregnante presenza della carità nella storia. Tale testimonianza non deve essere svilita, ma ripresa nell’oggi per far rivivere il volto di Cristo nella contemporaneità. Quella del passato “è una conoscenza che deve impregnare il nostro stile di vita”, commenta il Direttore della Caritas. Il Vescovo, ha spiegato l’illustre relatore, in più passaggi della Lettera invita tutti ad una seria verifica delle proprie capacità caritative, per accertare che la carità, da noi stessi esercitata, provenga sempre dallo Spirito e che sia una risposta adeguata alle esigenze della persona. Dunque, per cogliere i reali bisogni del nostro prossimo è necessario esercitare al meglio le nostre capacità di ascolto e valorizzare la dimensione relazionale in cui siamo calati. In quest’ottica, promuovere la centralità della persona significa farsi “presenza solidale” per l’altro.



 “Secondo la dinamica propria e la metodologia acquisita dalla Caritas, l’intervento della comunità cristiana si deve muovere nelle tre fasi: vedere, giudicare, agire”, questo il metodo illustrato dal Vescovo nella seconda parte della Lettera Pastorale per analizzare i reali fabbisogni del territorio di riferimento ed individuare gli ambiti prioritari in cui operare. Il Direttore della Caritas, dopo aver sottolineato la straordinarietà di questo sistema di analisi, ha illustrato i cinque “grandi impegni” indicati dall’Arcivescovo: immigrazione e tratta, dipendenze, disagio giovanile, vite fragili e anziani, diversamente abili. La Lettera, inoltre, evidenzia quanto sia importante dotare le comunità religiose di strutture adeguate, in particolare di luoghi di incontro e comunione tra le persone, di centri d’ascolto e di contrasto all’emarginazione. Ma questo non basta, bisogna che in questo percorso di Carità siano coinvolte le istituzioni, le scuole, le associazioni di volontariato e tutti gli Enti territoriali che hanno a cuore la tutela del prossimo.



A concludere l’interessante momento formativo è stato l’Arcivescovo di Foggia-Bovino, mons. Francesco Pio Tamburrino, che ha ribadito, con voce ed animo commosso, che “i poveri non sono una disgrazia. Sono un tesoro che il mondo non conosce”. Dunque, spalancando le braccia e il cuore all’altro per sostenerlo ed aiutarlo con amore, facciamo capire al mondo perché restiamo cristiani: “perché abbiamo imparato da Cristo la Carità”.



 



Monica Gigante