OMELIE

Il Volto della Misericordia

Omelia di Mons. Ferretti del 25-12-2015

Omelia di Natale     
Cattedrale, 25 dicembre 2015

In principio è il Verbo. Il testo evangelico di Giovanni apre i cieli e conduce verso l’eterno. In noi viene germinata una forza incredibile, un bene che alimenta di eternità il nostro amore, una verità immensa che rende possibile la gioia, un senso pieno che riempie la nostra fragile storia. In principio era la Sapienza, la Parola nella quale tutto era stato pensato, creato e ricreato. Ecco il mistero del Natale: si concretizza il viaggio di Dio che scende dal cielo e inabita in ogni vita, trasfigurando cuore, mente e storia. Ciascuno non è solo più persona ma, come Gesù, figlio di Dio. La Parola si fa vita scegliendo ciò che è piccolo e povero: la borgata di Betlemme, il grembo di una vergine sconosciuta, il corpo dell’uomo, spazio dove Dio abita. Ecco la vertigine del Natale: la vita di Dio in me; così cielo e terra si sono abbracciati, Creatore e creatura si sono incontrati; Dio e l’uomo si sono alleati. Il mistero dell’incarnazione, allora, non è riducibile all’evento della nascita. Il venire al mondo di Gesù è anzitutto esserci nella vita di ogni uomo. Cristo respira in me perché si è fatto carne, è parte di me, in quanto lo porto in me. Il vero mistero del Natale è la presenza di questo bambino, che mi comunica splendore e accende nel cuore la fiammella della bontà di Dio. Questo sentire aiuta a difendere e custodire l’accoglienza dell’altro nella reciproca stima e conoscenza.   
Natale: Dio si fa piccolo per noi. Egli viene come bambino, inerme e bisognoso del nostro aiuto. Non vuole sopraffarci con la forza e ci toglie la paura della sua grandezza. Si fa bambino perché chiede il nostro amore, mediante il quale ci permette di entrare nella sua volontà. Questo bambino ci insegna cosa è veramente essenziale nella nostra vita, perché per lui non c’è attenzione e neppure un posto dove nascere. Da questa povertà emerge la bellezza della gloria divina. Da questo bambino che porta impressi nel suo volto i tratti della misericordia e dell’amore di Dio Padre, scaturisce l’impegno a vivere in modo sobrio ed essenziale. Dentro una coltura dello scarto, il nostro stile di vita ispirato alla povertà del Natale del Signore, si contagia di quella compassione e solidarietà che stupiscono e rendono veramente felici. 
Il centro della vita cristiana è Dio in me, non ciò che faccio per lui. Impariamo così a vivere uniti al Signore, acquisendo una visione positiva e rasserenante circa il futuro dell’umanità. La Parola è venuta nel mondo e ha spalancato la finestra della verità, che va oltre le piccole astuzie soggettive per contagiare l’umanità di una rinnovata logica della pace. Tutti siamo invitati a entrare in questa dimensione profonda della Parola che è verità. Beato chi crede che la verità si adempia, che ancora la Parola si faccia carne, che quotidianamente il Signore viene con forza e tenerezza ad abbracciare la vita e a muovere di esultanza la storia, indirizzandola all’eterno.