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Una politica amica della Citta'

Messaggio dell'Arcivescovo Pelvi per le prossime elezioni

(pubblicato il 19-10-2023)
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Il voto non è solo questione di collocazione partitica, ma anche di visione dell’uomo, di prossimità, di ricerca della giustizia, di difesa dei diritti inviolabili di persone e comunità. In una fase complessa e difficile del nostro tempo con guerra, crisi ambientale, povertà, mancanza di lavoro e di speranza quotidiana è necessario un voto di responsabilità e partecipazione, da esercitare con serena consapevolezza, senza interessi di parte ma per il bene comune.       

Il vero politico non è occupato a pensare alle prossime votazioni, ma al benessere delle future generazioni, all’urgenza della fraternità in un mondo dove si sceglie di non sapere niente l’uno dell’altro. A Foggia siamo, infatti, più soli che mai, perché spesso si privilegiano gli interessi individuali e si indeboliscono la dimensione comunitaria dell’esistenza e la stessa amicizia sociale.

Con le prossime elezioni ci viene offerta una nuova opportunità, godendo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Non possiamo più abituarci a vedere la vita cittadina offesa e calpestata, cedendo alla rabbia e al pessimismo. Prendere sul serio il voto significa affermare il diritto e il dovere di ciascuno nel riconoscere la realtà concreta e il valore della libertà di scelta che viene offerta per realizzare insieme un futuro costruttivo della Città. A riguardo non possiamo permetterci l’astensione al voto e all’impegno politico che, negli ultimi tempi, favorisce la cosiddetta “democrazia di un terzo”, ossia un elettore su tre decide per tutti.

Di qui un particolare invito ai giovani a recarsi alle urne, forse il bene comune è un’idea astratta per loro che avrebbero bisogno di vederlo incarnato e testimoniato in scelte concrete, cui la politica stenta a dare realizzazione. In astratto i giovani ne hanno una considerazione positiva, ma ritengono che i modi con cui viene vissuta da quelli che sono i principali interpreti pubblici compromettano il loro valore ideale. Eppure la politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e un avvenire degno e giusto aperto all’equità, al rispetto reciproco, alla sincerità, all’onestà e alla fedeltà.     

A questo proposito vorrei ricordare le “beatitudini del politico” proposte dal cardinale vietnamita V. Van Thuan:  

Beato il politico che ha un’alta consapevolezza e una profonda coscienza del suo ruolo.

Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità.       

Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il proprio interesse.      

Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente.

Beato il politico che realizza l’unità.      

Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale.          

Beato il politico che sa ascoltare.

Beato il politico che non ha paura.         




L’augurio è che il rinnovo delle funzioni elettive costituisca un’occasione per tornare al rispetto di quei diritti umani fondamentali, che sono doveri reciproci. Come ricorda don Primo Mazzolari: “La città non ha soltanto bisogno di case, strade, acquedotti e marcipiedi… ma ha bisogno anche di una maniera di sentire, di vivere, una maniera di guardarsi, una maniera di affratellarsi, una maniera anche di condannare il male”.          



                                                                                                                        + Vincenzo Pelvi

                                                                                                                               Arcivescovo