OMELIE

Il cuore di Foggia batte per la pace

Omelia di Mons. Ferretti del 21-03-2022

Il cuore di Foggia batte per la pace

Omelia per la preghiera del S.Rosario per la Pace. Basilica Cattedrale, 21 marzo 2022

Carissimi,

quello che sembrava impossibile è avvenuto. La pandemia della guerra si è scatenata, una tempesta di morte e sofferenza che sembra impedire di fare qualunque cosa, con una forza terribile come quelle armi micidiali e vigliacche che distruggono tutto, senza volto che non sia quello del male.

Non accettiamo la logica delle armi! Non c’è mai nessuna giustificazione e chi ricorre alle armi perde comunque ogni sua ragione. Si diventa solo assassini e si calpesta anche la propria stessa dignità. Il mercato delle armi, chi le produce e le fa usare, accentua la logica del più forte, ispira piani di potere, innesca solo un’avventura senza futuro. Chi può controllare i semi di male che sono gettati ovunque e, come si vede, durano incredibilmente per generazioni? Chi fermerà le mani di Caino? Chi poteva fermare la mano di Caino anche in questi lunghi anni di guerra in Ucraina che hanno causato migliaia di morti? Chi ha pianto per loro e con la forza delle lacrime le ha asciugate disperandosi per cercare a tutti i costi la pace, perché senza pace non si vive? Troppo ci siamo abituati a vedere da lontano la guerra.

Ci accorgiamo con consapevolezza amarissima che la corsa alle armi, la proliferazione delle armi nucleari non solo non si è mai interrotta, ma è cresciuta. Ci accorgiamo che si sono accumulati tanta incomprensione, rancore, pregiudizio. Cercare la pace non era un’ingenuità per illusi ma l’unica via per evitare la guerra: se vuoi la pace non preparare la guerra o accontentarti che non ci sia, ma prepara sempre la pace. Ci accorgiamo di come è stato ed è insensato indebolire i pochissimi arbitri che dopo la seconda guerra mondiale erano preposti a comporre i problemi, innanzitutto le Nazioni Unite, agorà dove sono raccolti tutti i popoli. Vogliamo che sia forte, non debole. Chiediamo, in ginocchio, di sospendere subito questa pandemia. Lo potete. Lo possiamo. Dipende da chi ha in mano il destino e sciaguratamente ha innescato questa tempesta di morte, da chi non ha fatto il possibile e l’impossibile perché questo non avvenisse. Chi può prendere decisioni lo faccia. Accettate la richiesta di dialogare, cessate il fuoco e iniziate nuovi incontri. Dipende anche da tutti noi: disarmare le mani e i cuori, abbattere muri, cercare comunque la pace, liberarci da parole aggressive, assicurare davvero i corridoi umanitari e facilitare l’accesso degli aiuti alle zone assediate.

Chi fa la guerra dimentica l’umanità. Chi fa la guerra non guarda alla vita concreta delle persone ma si affida alla logica diabolica e perversa delle armi.

Noi vogliamo essere custodi del nostro fratello Abele, ed oggi Abele si chiama Siria, Yemen, Afganistan, Iraq. Elenco a cui si aggiunge ora tragicamente l’Ucraina. Sentiamo immensa pietà, commozione, pianto per chi è nel dolore, per chi soffre, per chi è caduto, per le migliaia di profughi, per chi è disperato, per le tante madri che hanno visto la morte strappare i loro figli e non vogliono essere consolate, perché a quel punto non importa più nulla della vita. La guerra è una pazzia! Fermiamo questa crudeltà.

Ogni guerra è fratricidio, oltraggio a Dio e all’uomo. Prestiamo attenzione ai profughi, a quanti hanno subito le radiazioni atomiche o gli attacchi chimici, alle donne che hanno perso i figli, ai bambini mutilati o privati della loro infanzia. Consideriamo la verità di queste vittime della violenza, guardiamo la realtà con i loro occhi e ascoltiamo i loro racconti col cuore aperto. Così potremo riconoscere l’abisso del male nel cuore della guerra e non ci turberà il fatto che ci trattino come ingenui perché abbiamo scelto la pace.

 

Cristo Risorto, rimanendo in silenzio davanti a Te, lasciamo che si levi questa ardente preghiera: che cessi il fuoco delle armi in terra di Ucraina e nel mondo intero.
Accogli nel tuo amore quanti muoiono a causa della violenza della guerra, consola le famiglie in lutto, sostieni quanti hanno dovuto prendere la via dell’esodo.
Di fronte a una sofferenza incomprensibile, crediamo tuttavia che le tue parole di amore e di pace non passeranno mai.      
Tu hai dato la vita sulla croce e hai aperto un futuro, persino al di là della morte.
Allora ti imploriamo: donaci la pace.     
Sei tu la nostra speranza.

 

Vincenzo Pelvi

Arcivescovo