OMELIE

Donna vestita di sole

Omelia di Mons. Ferretti del 15-08-2022

Carissimi,

con gli occhi di Giovanni, che nell’Apocalisse vide nel cielo un segno grandioso, una Donna vestita di sole, la Chiesa contempla Maria nel suo mistero di Assunta in Cielo, anima e corpo, tutta la sua persona. È il mistero del compimento definitivo della persona umana. Anche per Maria viene in anticipo, come per il Cristo che è la primizia, perché Lei, la Madre, è strettamente legata al Figlio e quindi Madre e Figlio, uniti nella stessa carne nella Passione, lo sono pure nella Risurrezione e nella gloria.

Questa festa riapre la mente e il cuore a un’altra prospettiva: oltre alla Terra, c’è il Cielo. Alzando gli occhi verso Maria vediamo quel che rimane della nostra esistenza, dopo che la morte vi avrà posto fine. Maria è assunta in anima e corpo. Anche il suo corpo, corpo di donna, fa parte della gloria del Cielo.

Il corpo di una donna, di una madre, tiene scolpita in sé tutta un’esistenza: gioie, dolori, ferite, emozioni, paure. Nel corpo di Maria è rimasto il freddo della notte di Betlemme, la gioia nel prendere tra le braccia il frutto del grembo. Nel corpo di Maria è rimasta la trepidazione del Figlio, quando già pensava di averlo smarrito, al Tempio. Nel corpo di Maria è rimasto il dolore straziante del Calvario, il contatto gelido con il corpo del Figlio, adagiato senza vita sul suo grembo. Poi, di nuovo, nei suoi occhi lo stupore di ritrovarlo vivente.

Come avviene per Maria, la vita umana è assunta nella gloria. Non è un sogno, ma la verità di un segno grandioso che apparve nel Cielo: una Donna. È significativa questa parola, donna, che ricorre nell’esperienza di Cristo: nato da Donna; benedetta fra le donne; che ho da fare con te, o Donna; e ancora, Gesù dalla croce: Donna ecco il tuo figlio.

Questa Donna, serva del Signore, appare infine vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. L’Apocalisse non ci parla di una donna immaginaria, ma reale, una Donna avvolta di splendore, ma che incinta gridava nella sua fuga nel deserto.

Ecco, dunque, cosa sarà della nostra vita, oltre la morte: tutto ciò che avremo saputo riconoscere e vivere, come segno dell’amore di Dio per noi e, anche tramite noi, per ogni persona. È importante sapere che tutto, anche ciò che sembra più inutile e incomprensibile, ha valore e va vissuto intensamente, poiché in tutto e attraverso tutto Dio ci conduce a sé, come ha fatto con Maria.

Attraverso misteri ora gioiosi ora dolorosi, il Signore allarga continuamente il nostro cuore, perché impari ad amare come il suo.

Questo solo conta. Egoismi, presunzione, manie di grandezza, cattiverie, delusioni. Tutto finirà, solo la carità, amore di Dio per noi e in noi, non avrà mai fine. Se viviamo, aperti a Dio e attenti agli altri, la nostra vita sa di qualcosa. Non è uno sforzo, è il modo più bello di vivere al presente come in Cielo, oltre la Terra, capaci di andare al di là di ciò che si vede e di amare al di là di ciò che conviene.

Come San Bernardo, guardiamo Maria come la stella sul cammino della vita:

Seguendo lei non puoi smarrirti,

pregando lei non puoi disperare.

Se lei ti sorregge non cadi,

se lei ti protegge non cedi alla paura,

se lei ti è propizia raggiungi la mèta.